10 settembre 2013 ore: 18:02
Immigrazione

Il Papa alla “scuola degli ultimi”. E’ festa per i rifugiati del Centro Astalli

Poco prima delle 16 il pontefice ha fatto il suo ingresso nella Chiesa del Gesù, dove lo attendevano circa 400 rifugiati con le loro famiglie. Emozione per l’ospite speciale
Stefano Dal Pozzolo/Contrasto Papa Francesco - croce sullo sfondo

ROMA - “Oggi gli ultimi saranno i primi”, aveva twittato stamattina padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, mentre curava i dettagli della preparazione all’accoglienza a un ospite speciale. Nel pomeriggio, infatti, papa Francesco ha varcato la soglia della mensa del Centro Astalli, sede romana del Servizio dei gesuiti per i rifugiati, per incontrare personalmente i richiedenti asilo (in arrivo anche dalla Siria), che quotidianamente fanno la fila per ricevere un pasto caldo. Si è fermato a salutarli, così come ha fatto con i volontari e operatori che preparano il cibo per loro e lo servono; poi ha voluto sostare in preghiera nella cappellina del Centro.

Poco prima delle 16 il pontefice ha fatto il suo ingresso nella Chiesa del Gesù, dove lo attendevano circa 400 rifugiati con le loro famiglie. Tutti in prima fila, vestiti a festa o appena usciti dal lavoro, con passeggini e neonati, emozionati come chi incontra un parente speciale o un ospite di riguardo ma conosciuto. Perché il clima che si respirava era proprio quello di una festa tutta per loro. Le autorità presenti (il sindaco di Roma Capitale Ignazio Marino, il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti) erano sedute a metà della chiesa, confuse tra i volontari. Defilati anche il direttore della Fondazione Cei Migrantes, mons. Giancarlo Perego, e il direttore della Caritas romana mons. Enrico Feroci.

“Ringraziamo il Signore per averci mantenuti, in tutti questi anni, alla scuola degli ultimi che ci offre l’opportunità di crescere umanamente e spiritualmente. I rifugiati ci insegnano giorno dopo giorno il significato della fede e della speranza, gli unici bagagli con cui arrivano da noi”, ha detto padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, concludendo: “Desideriamo vivere con coraggio la sfida di un mondo ancora troppo ingiusto, dove le risorse non mancano ma sono ingiustamente distribuite. Desideriamo servire per arrivare a sentirci parte di un’unica comunità, dove nessuno rimane sole, dove nessuno è escluso dalla possibilità di una vita degna e giusta”. (lab)

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