10 settembre 2013 ore: 18:18
Immigrazione

Il Papa: “I conventi vuoti non servano a fare soldi. Diamoli ai rifugiati”

Dalla Chiesa del Gesù, gremita di richiedenti asilo e volontari del Centro Astalli, papa Bergoglio ha voluto lanciare un forte appello all’accoglienza a partire dalla Chiesa. “Ci vuole coraggio. Abbiamo bisogno di comunità solidali che vivano l’amore in modo concreto!”
Papa Francesco in visita al centro astalli

boxROMA – Dalla Chiesa del Gesù, gremita di richiedenti asilo e volontari del Centro Astalli, papa Bergoglio ha voluto lanciare un forte appello all’accoglienza a partire dalla Chiesa, anzi dai conventi vuoti dei consacrati: “In particolare – e questo è importante, lo dico dal cuore - vorrei invitare anche gli Istituti religiosi a leggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi. Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti… Carissimi religiosi e religiose, i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati”, ha osservato il pontefice, interrotto da un fragoroso applauso dei presenti.

“Certo non è qualcosa di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma ci vuole anche coraggio. Facciamo tanto, forse siamo chiamati a fare di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la Provvidenza ci ha donato per servire. Superare la tentazione della mondanità spirituale per essere vicini alle persone semplici e soprattutto agli ultimi. Abbiamo bisogno di comunità solidali che vivano l’amore in modo concreto!”, ha proseguito papa Francesco, rimarcando: “Per tutta la Chiesa è importante che l’accoglienza del povero e la promozione della giustizia non vengano affidate solo a degli ‘specialisti’, ma siano un’attenzione di tutta la pastorale, della formazione dei futuri sacerdoti e religiosi, dell’impegno normale di tutte le parrocchie, i movimenti e le aggregazioni ecclesiali”.

Infine il papa argentino ha voluto ricordare la scena che aveva visto con i suoi occhi pochi minuti prima: “Ogni giorno, qui e in altri centri, tante persone, in prevalenza giovani, si mettono in fila per un pasto caldo. Queste persone ci ricordano sofferenze e drammi dell’umanità. Ma quella fila ci dice anche che fare qualcosa, adesso, tutti, è possibile. Basta bussare alla porta, e provare a dire: ‘Io ci sono. Come posso dare una mano?’”. (lab)

 

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