Il Parco per Aurora è realtà: dal tumore (raro) posso nascere i fiori
ROMA – Due anni non bastano per lenire il dolore, ma sono stati sufficienti per renderlo creativo e trasformarlo in memoria. Una memoria giocosa, come merita Aurora, che se ne è andata a soli 7 mesi per un raro tumore cerebrale. Esattamente due anni dopo la sua morte, aprirà ufficialmente il parco e lei dedicato, il Parco per Aurora, pensato e fortemente voluto dai suoi genitori per ricordarla. Una grande festa di inaugurazione è in programma per oggi sabato 21 ottobre, su quel pezzo di terra, alla periferia di Roma, che in poco più di un anno, grazie alla solidarietà e al sostegno di tanti amici e volontari e all’incessante impegno dei genitori di Aurora, ha preso vita, prima con lavori di edilizia e adeguamento, poi, negli ultimi giorni, con l’installazione dei giochi. Il tutto, naturalmente, tra mille complicazioni burocratiche, che però non sono bastate a fermare la determinazione il progetto.
La storia. Un parco giochi per tutti, anche per quei bambini che, altrimenti, rischiano di restare a “vedere gli altri bambini giocare”: perché così avrebbe voluto Aurora che, se fosse sopravvissuta, sarebbe stata “speciale per il resto della sua vita”. Il parco è l’omaggio che due genitori hanno voluto rendere alla loro bimba, nata il 29 aprile 2015 e “volata in cielo” il 1 dicembre dello stesso anno, per colpa di un raro tumore al cervello. Terza di tre figli, era nata apparentemente sana, ma poi una serie di sintomi si erano manifestati: sintomi letti male dai medici fino ad ottobre, quando al Bambino Gesù arriva la diagnosi che non lascia speranza: tumore cerebrale.
“Quello che ha colpito Aurora è un tumore rarissimo, che colpisce 5 bambini l’anno solo in Italia e meno di un centinaio in tutto il mondo – raccontano i genitori - Dopo aver subito 5 operazioni di cui una di 20 ore alla testa per rimuovere una buona parte del tumore, aver subito una tracheotomia, aver subito altri 3 interventi per ridurre l’idrocefalia, aver combattuto contro i postumi di una operazioni alla testa, aver subito 8 trasfusioni di sangue e piastrine e ad aver affrontato due cicli di chemio terapia (dei 5 previsti), Aurora ha detto basta. Se n’è andata nel sonno il 1 dicembre, ma fortunatamente è volata in cielo venendo abbracciata e coccolata da noi, che solo dopo oltre 33 giorni abbiamo potuto stringerla fra le braccia”.
Il progetto, dalla ricerca... I genitori si sono dati subito da fare per provare a trasformare l’immenso dolore in un progetto che desse un senso e uno scopo alla tragedia che avevano vissuto: “la creazione di una fondazione che studi solamente i tumori del sistema nervoso centrale e la raccolta di fondi per il Bambin Gesù, al fine di aiutare la ricerca di questa particolare patologia pediatrica. Solo a dicembre – riferiscono - sono stati raccolti non meno di 3 mila, oltre ad una donazione speciale fatta dall’azienda presso cui lavora Valentina (la mamma), che ha permesso ad una fondazione di acquistare uno speciale macchinario per eseguire una sorta di elettroencefalogramma particolare”.
... al gioco. Poi, però, c’è il sogno di un parco, perché dal dolore di una famiglia possa nascere la gioia di tanti bambini: così, i genitori di Aurora hanno raccolto fondi per realizzare un’area giochi a Villa Verde, nel quartiere in cui vivono. Un parco accessibile però, perché “se Aurora fosse sopravvissuta alla sua malattia molto probabilmente avrebbe riportato problemi fisici tali da renderla ‘speciale’ per il resto della vita. Con Valentina abbiamo riflettuto e ci siamo domandati come si sarebbe sentita nel vedere giocare gli altri bambini (a partire dai fratellini) mentre lei sarebbe stata su una sedia a rotelle. E come si sente il genitore di un bambino speciale nel vedere questa scena? Probabilmente non porterebbe il figlio in un parco pubblico, quando invece la condivisione, il gioco, le risate sono la prima medicina per un bambino sano, figuriamoci per uno con delle difficoltà”. Il sogno era quindi che nascesse il “Parco di Aurora”, in cui tutti possano giocare e divertirsi. Una pagina Facebook e il sito “Per Aurora” sono stati attivati per raccogliere fondi: l’obiettivo è stato raggiunto e anche superato.
Il sogno si avvera. "Dopo la tempesta arriva sempre il sereno – scrivono ora i genitori di Aurora, annunciano la prossima apertura - e se ve lo diciamo noi potete crederci! Il 22 ottobre 2015 entravamo in ospedale con Aurora, il 22 ottobre 2017 il Parco Aurora verrà aperto al pubblico. Se due anni fa ci aveste detto che da quella tragedia ci sarebbe comunque stato un risvolto positivo – assicurano - non vi avremmo mai creduto. Aurora non ce la ridarà nessuno, ma vuoi mettere che regalo ci avete fatto nel farla rivivere nei cuori di tutti noi con qualcosa di simile?”. (Chiara Ludovisi)