Il sociale nel 2014. Povertà, un anno di promesse
ROMA - Riguarda un italiano su sei, oltre due milioni di famiglie residenti in Italia, ma non rientra appieno tra le priorità degli ultimi governi. È la povertà assoluta, che nell’ultima rilevazione Istat del 2013 ha raggiunto livelli record: oltre 6 milioni di persone. L'unica risposta delle istituzioni, però, al momento è la carta acquisti ordinaria e la sperimentazione del Sia (Sostegno per l’inclusione attiva) che da sole non raggiungono neanche un quarto delle famiglie in questa condizione. Tuttavia, gli ultimi dati forniti dal ministero del Welfare mostrano un incremento dei beneficiari della vecchia social card: merito dell'apertura del sostegno agli stranieri, ma non solo. "Quest'anno i beneficiari della Carta acquisti ordinaria sono aumentati di circa il 10 per cento - spiega Raffaele Tangorra, direttore generale della Direzione Inclusione sociale del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali -. Un aumento dovuto certamente anche all'apertura agli stranieri, ma c'è stato anche un risveglio indipendente da questo. Il parlare della sperimentazione della social card ha riattivato l'attenzione sullo strumento e già nella seconda parte del 2013 c'è stata una crescita. Nel 2014 abbiamo avuto un po' di domande in più".
- 2014, anno di (buone) promesse? Nonostante il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, abbia in più occasioni affermato la necessità di un “progetto organico” contro la povertà, la prima legge di stabilità nata in casa Renzi riconferma solo il finanziamento alla vecchia social card: un sostegno economico di 40 euro al mese e limitato agli over 65 e ai bambini con meno di 3 anni. Nonostante gli ultimi dati comunicati dal governo, mostrino un lieve aumento di beneficiari (“al 29 settembre (2014) risultano circa 470 mila beneficiari in tutto il territorio nazionale, di cui 250 mila anziani di età superiore o uguale ai 65 anni e circa 220 mila bambini di età inferiore ai tre anni”), sono lontani da essere soddisfacenti, se confrontati con la vastità del problema. Prendendo per buoni i 2 milioni di famiglie povere in Italia (il dato è del 2013, quindi considerando la povertà assoluta stabile rispetto allo scorso anno), i conti sono presto fatti: la social card non raggiunge neanche una famiglia povera su quattro. Per Tangorra, però, il confronto non è dei più felici. "La povertà assoluta non deve essere presa come riferimento per questa politica perché rivolta solo a persone con più di 65 anni e a famiglie con bambini di meno di 3 anni - spiega Tangorra -. Se contiamo gli anziani e i bambini percettori della social card la povertà assoluta la copriamo". Tuttavia, ad oggi non ci sono altri strumenti per rispondere alle famiglie in povertà che non rientrano in queste fasce.
Social card e povertà, due tendenze a confronto. Il numero complessivo dei beneficiari della social card ordinaria che hanno ricevuto almeno una erogazione nel 2014, però, è più consistente della cifra resa nota dal governo. I 470 mila beneficiari sono quelli che hanno ricevuto l'ultima erogazione. In tutto il 2014, però, il dato complessivo supererà i 560 mila soggetti. Un dato, quest'ultimo, che permette di fare confronti con gli anni precedenti, in base ai dati resi noti dall'Inps. Nel 2011, quando le famiglie in povertà assoluta erano circa 1,3 milioni e i cittadini un questa condizione superavano i 3,4 milioni, i beneficiari della vecchia social card erano ben 535 mila. Nel 2012, i beneficiari erano circa 533 mila (su 1,7 milioni di famiglie povere e 4,8 milioni di poveri assoluti) e nel 2013 circa 535 mila (su 2 milioni di famiglie povere e circa 6 milioni di poveri assoluti). Rispetto agli scorsi anni, quindi, siamo a circa 30 mila beneficiari in più. Un aumento dovuto, come già detto, anche all'apertura agli stranieri. Dopo un primo periodo segnato da intoppi tecnici, infatti, la card è effettivamente diventata disponibile anche per gli stranieri regolarmente presenti in Italia. Apertura che ha avuto il sigillo con la legge di stabilità 2015.
E la sperimentazione? Dopo innumerevoli difficoltà e un anno intero impiegato soltanto a stilare le graduatorie, la nuova social card ha visto finalmente la luce e, come nelle intenzioni dell’ex ministro al Welfare, Enrico Giovannini, ha cambiato nome diventando in maniera definitiva “Sia”, il Sostegno per l’inclusione attiva. Secondo quanto riportano i dati ufficiali dello scorso settembre, il Sia ha raggiunto 6.500 nuclei familiari, circa 27 mila persone. Ma anche qui c’è qualcosa da sottolineare. A settembre 2014 sono state assegnate solo due carte acquisti sperimentali su tre disponibili. I bandi aperti in 12 città, non hanno esaurito neanche le poche risorse messe a disposizione per l’avvio della sperimentazione, cioè 50 milioni in totale. Ad oggi, infatti, solo città come Torino, Palermo e Catania hanno esaurito il budget a cui si aggiungerà con ogni probabilità la città di Roma (che partirà nel 2015). Le altre otto città (Napoli, Milano, Bari, Genova, Bologna, Firenze, Venezia e Verona) hanno ancora risorse da spendere. Colpa dei criteri troppo stringenti, ma non solo. In alcuni casi le domande raccolte non hanno neanche superato il numero di card disponibili (è il caso di Venezia). Il ministero del Welfare, però, non è rimasto a guardare e in parte ha corretto il tiro: per le risorse ancora disponibili e quelle già pronte per il prossimo anno si procederà senza bando, processando le domande non appena presentate.
Quei 200 milioni non utilizzati. Il problema delle risorse, però, non riguarda solo la loro esiguità rispetto al problema. Un ostacolo tipicamente italiano è quello di non riuscire ad utilizzare neanche le poche risorse disponibili. Per il 2014, infatti, oltre ai 250 milioni per la social card ordinaria, il governo Letta aveva stanziato altri 40 milioni l’anno per tre anni per l’allargamento della sperimentazione al Centro Nord. A questi, inoltre, bisogna aggiungere i 167 milioni per l’estensione della card a tutto il Sud Italia, provenienti dalla riconversione di fondi strutturali. Nel 2014, quindi, il governo disponeva di altri 207 milioni per combattere la povertà che non ha utilizzato e che a questo punto non resta che sperare possano essere utilizzati nel 2015, insieme agli altri 40 milioni messi in campo da Letta per il prossimo anno.
Chi fa da sé... In giro per l'Italia, però, c'è chi, nell'attesa che il governo porti a termine le sperimentazioni, va per conto proprio. A partire dal Friuli Venezia Giulia, che di propria iniziativa ha ritoccato le cifre della carta acquisti ordinaria. Non più solo 40 euro al mese, ma 100 euro, aggiungendoci di tasca propria i 60 euro. Ma c'è anche chi va oltre la carta acquisti, come nel caso della Basilicata: una regione con meno di 600 mila residenti che da febbraio 2015 la regione avrà il suo "Reddito minimo di inserimento", con un sostegno economico che in media si aggirerà attorno ai 450 euro per beneficiario.(ga)