2 novembre 2017 ore: 09:40
Giustizia

Il teatro esce dal carcere e approda al palcoscenico "libero"

Torna il “Convegno Internazionale Teatri delle Diversità” che il 4 e 5 novembre porterà ad Urbania ospiti da tutto il mondo. Tra le novità della XVIII edizione, la performance degli attori-detenuti fuori dalle mura della casa circondariale
Teatro in carcere - attori in cerchio

URBANIA - Il teatro del carcere esce dai cancelli e approda su un palcoscenico “libero”. E’ una delle principali novità della XVIII edizione del Convegno Internazionale Teatri delle Diversità che il 4 e 5 novembre prossimi porterà ad Urbania ospiti da tutto il mondo. Con il titolo Le Scene Universitarie per il Teatro in Carcere, torna l’evento internazionale organizzato dall’Associazione Teatro Aenigma in collaborazione con il Coordinamento -nazionale Teatro in carcere, il patrocinio dell’università di Urbino “Carlo Bo”, il sostegno del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Marche, e la partecipazione del ministero della Giustizia, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. La nuova edizione sarà ospite del Comune di Urbania, che offre il suo patrocinio mettendo a disposizione la Sala Paolo Volponi e il Teatro Bramante e si svolgerà sotto l’egida dell’International Theatre Institute dell’Unesco.

“L’evento serale previsto per il 4 novembre – spiega Vito Minoia, presidente del Coordinamento nazionale Teatro in carcere – è una nostra ‘prima volta’ e ha richiesto uno sforzo organizzativo in più da parte del carcere di Pesaro e della magistratura di sorveglianza perché gli attori-detenuti della compagnia ‘Lo Spacco’ potrebbero uscire dall’istituto in permesso per recarsi in teatro”. Alla performance parteciperanno, come è tradizione, anche gli studenti: in questo caso saliranno sul palco i ragazzi della classe III B dell’istituto comprensivo Galilei di Villa Fastiggi, che in questi giorni stanno entrando in carcere insieme agli insegnanti per le prove dello spettacolo. Per la regia di Francesco Giliotti, regista fiorentino formatosi tra gli anni ‘70 e ‘80 a Roma con l’avanguardia teatrale, il progetto di Vito Minoia si intitola “Esodo - Per un richiamo simbolico alla ricerca di nuove progettualità dell’esistenza” e vedrà impegnati gli attori detenuti della casa circondariale di Pesaro: un gruppo misto di italiani e stranieri, composto da 4 uomini e una donna.

“Si tratta di un lavoro molto interessante anche per la riflessione attuale sull’ascolto dell’altro, sulle migrazioni, sugli aspetti interculturali della comunicazione e della conoscenza. – sottolinea Minoia - L’azione si svolge immaginando i ragazzi come gli antenati dei migranti che si materializzano sulla scena durante il loro sonno. Con gesti e frasi sussurrate nella alterata identità dei loro corpi di ragazzi, entrano nel sogno dei migranti per evocare ricordi lontani e buoni auspici per il pericoloso viaggio che stanno compiendo. Questa necessaria riflessione sui motivi ancestrali e profondi che si accompagnano ai bisogni primari dell’umanità in migrazione è alla base del metodo teatrale. La musica, eseguita dal vivo da un musicista-testimone, Giovanni Scaramuzzino, accompagna, senza enfatizzare, lo svolgimento della sequenza”.

Nutrito il programma del Convegno i cui lavori iniziano sabato alle 15, alla Sala Volponi, e che vedranno alternarsi al tavolo dei relatori, professori, studiosi, registi teatrali e operatori sociali da tutto il mondo. L’introduzione sarà curata dal presidente Minoia che relazionerà sul 35mo Congresso Mondiale dell’Iti-Unesco di Segovia, in Spagna, dove ha raccontato l’esperienza italiana di Teatro in Carcere. A seguire, gli ospiti internazionali: Jean-Marc Larrue (Belgio), Chiwoon Ahn (Corea del Sud), Maria S. Horne (USA), Chelsea L. Horne (USA), Ouriel Zohar (Israele), Elka Fediuk (Messico), Isabel C. Flora Hernandez (Messico) e Graciela Muñoz (Argentina). Nel pomeriggio cerimonia di assegnazione del Premio Internazionale Gramsci per il Teatro in Carcere (II edizione), a cura della rivista europea “Catarsi-Teatri delle Diversità”, il cui vincitore sarà proclamato durante il Convegno. Alla cerimonia sarà presente la regista libanese Zeina Daccache, già vincitrice del riconoscimento lo scorso anno. La giornata si concluderà al Teatro Bramante con la performance della compagnia “Lo Spacco” e, a seguire, il concerto della Scaramuzzino Family con le Musiche per Mandolino, spaziando dal repertorio classico a quello etnico.

Domenica 5 novembre alle 9.30 alla Sala Volponi si alterneranno interventi di Nicola Savarese, Mariano Dolci, Mimmo Cuticchio, Michalis Traitsis e Fra Stefano Luca. Particolare attenzione sarà data alla presentazione della IV edizione della Rassegna nazionale di Teatro in carcere Destini Incrociati che si svolgerà a Roma dal 15 al 17 novembre, a cura del Coordinamento nazionale Teatro in carcere. Chiuderà i lavori Somud U Ahlam - Resistenza e Sogni, monologo di teatro reportage di Annet Henneman sui suoi ultimi viaggi in Iraq e Palestina nel 2016 e 2017. (Teresa Valiani)

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