8 luglio 2014 ore: 13:51
Disabilità

Il videogioco che simula l'ipersensibilità dei bambini autistici

Arriva dagli Stati Uniti e mostra cosa vede e sente un bambino con autismo. Il risultato? Suoni gridati, immagini sfocate e stato confusionale. La trovata fa discutere: tra gli utenti, commenti positivi anche se c’è chi lo trova "esagerato" o "fastidioso"
Auti-sim - videogioco su autismo

BOLOGNA - Passare del tempo tra altalene e giochi all’aperto è un buon modo per trascorrere un pomeriggio estivo. Ma cosa prova un bambino autistico in un contesto così rumoroso? A spiegarlo ci prova Auti-sim, un videogioco di simulazione dell’ipersensibilità realizzato negli Stati Uniti e fruibile on line, gratuitamente. Lo scenario è proprio quello di un parco giochi affollato di bambini tra piattaforme girevoli, scivoli e musica. Il risultato, per chi ha in mano il joypad, è fatto di suoni gridati, immagini sfocate e stato confusionale. Ma, anche senza giocare, è sufficiente mettersi le cuffie e guardare il trailer di Auti-sim su Youtube per avere, per un minuto, la percezione di ciò che può vivere ogni giorno una persona con autismo. “La vicinanza ai bambini chiassosi provoca un sovraccarico sensoriale per il giocatore, influenzando le funzioni cognitive – si legge nella descrizione del videogioco – Tale impatto è rappresentato con rumore e sfocatura, nonché distorsioni audio. I partecipanti hanno descritto l’esperienza come viscerale, intuitiva e coinvolgente”. Un modo nuovo, insomma, per sensibilizzare le persone e far loro comprendere certi comportamenti, come quello tipico di molti bambini con autismo: tapparsi le orecchie con le mani.

“È un progetto americano che si avvicina molto a quella che potrebbe essere la realtà di un bambino – spiega Jacopo Giovanni Romani, psicologo ed esperto in nuove tecnologie per l’autismo del Laboratorio di osservazione diagnosi formazione dell’Università di Trento che gestisce anche la piattaforma portale www.portale-autismo.it che ha rilanciato la notizia – : una generalizzazione ovviamente non si può fare, è una dimostrazione sommaria che mischia il processamento di stimoli esterni”. Non è quindi un esempio che si può estendere a tutti gli autistici, considerato il vasto panorama dei sintomi che queste persone possono presentare. Per Carlo Hanau, docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari dell’università di Modena e Reggio Emilia e membro del comitato scientifico dell’Angsa (Associazione nazionale genitori soggetti autistici), invece, c’è qualcosa che non va. “Se non trovo nulla da ridire sui suoni che si sentono, non capisco perché sono state utilizzate immagini sfocate – spiega – Spesso il canale visivo nelle persone con autismo è quello maggiormente abile”.

Sul sito gamejolt.com – dal quale è possibile scaricare il videogioco – però non mancano i commenti positivi. “Come adolescente con autismo posso confermare che è una specie di rappresentazione visiva delle nostre emozioni in una situazione come questa. Ma un po’ esagerata”. “Questo videogioco mi ha fatto aprire gli occhi – scrive un altro – Ho appena fatto un video nel tentativo di ottenere più consapevolezza sul tema. Penso – continua – che potrebbe essere utile anche fare videogiochi con altre fasi di crescita: adolescenti, adulti e anziani”. Ma c’è anche chi scrive di non aver potuto giocare per più di pochi minuti: “I rumori erano davvero fastidiosi, era spaventoso e volevo solo correre lontano”, scrive un utente. “Mi sono spaventato – scrive un altro – e non voglio sentire mai più questi suoni”. (irene leonardi)

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