2 ottobre 2014 ore: 15:01
Immigrazione

Immigrati, 3 ottobre. Appello di Amnesty a Italia e Ue: "La priorità è salvare vite umane"

L’organizzazione: "Più percorsi sicuri e legali a disposizione di coloro che cercano salvezza in Europa attraverso il reinsediamento, i programmi di ammissione umanitaria e l’agevolazione dei ricongiungimenti familiari”
Barcone blu carico di immigrati, sbarchi

ROMA - “Un anno fa, oltre 500 persone annegarono in una serie di rovinosi naufragi al largo di Lampedusa. Il lutto e l’indignazione per i naufragi dell’ottobre scorso hanno spinto il governo italiano a lanciare l’operazione Mare nostrum. Per la prima volta, un paese dell’Unione europea ha dato priorità alla ricerca e al soccorso in mare. Grazie a questo sforzo, oltre 138.000 persone sono state salvate. Quest’anno, tuttavia, altre 2500 persone hanno perso la vita nel tentativo disperato di raggiungere le coste europee. Oggi la priorità è ancora salvare vite umane”. Lo sottolinea in una nota il il direttore generale di Amnesty International Italia, Gianni Rufini, alla vigilia dell’anniversario dei naufragi dell’ottobre 2013 al largo di Lampedusa.

In occasione della Giornata della memoria del 3 ottobre, Amnesty International Italia sarà a Lampedusa per prendere parte alle iniziative promosse dal Comitato 3 ottobre e per chiedere all’Unione europea di non voltare le spalle di fronte alla sofferenza e ai pericoli cui vanno incontro migranti e rifugiati nel Mediterraneo. “Le proposte avanzate in seno all’Unione europea per garantire il proseguimento delle attività di ricerca e soccorso quando si avvererà l’annunciata fine dell’operazione Mare nostrum sono lacunose e insoddisfacenti – sottolinea la nota -

Da Lampedusa, chiederemo ancora una volta all’Unione europea di mettere più percorsi sicuri e legali a disposizione di coloro che cercano salvezza in Europa attraverso il reinsediamento, i programmi di ammissione umanitaria e l’agevolazione dei ricongiungimenti familiari, nonché mediante una revisione dei regolamenti di Dublino riguardanti la gestione delle domande d’asilo nell’Unione europea”.

 Nei giorni scorsi Amnesty International, ha diffuso il rapporto intitolato "Vite alla deriva: rifugiati e migranti in pericolo nel Mediterraneo centrale", dove descrive le conclusioni delle recenti visite effettuate dall'organizzazione per i diritti umani a Malta e in Italia, compresa una ricerca svolta a bordo di una nave della Marina militare italiana. Attraverso interviste a persone sopravvissute ai naufragi e colloqui con esperti e autorità, il rapporto evidenzia i pericoli cui vanno incontro le persone in fuga da guerra, persecuzione e povertà e la penosa risposta della maggior parte degli stati dell'Unione europea. “Mentre l'Unione europea erige muri sempre più alti, i rifugiati e i migranti attraversano il Mediterraneo nel disperato tentativo di raggiungere le coste europee. Stipati su imbarcazioni insicure da scafisti senza scrupoli, ogni settimana centinaia di loro ondeggiano tra la vita e la morte, tra la speranza e la disperazione", ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. "Dall'inizio dell'anno, oltre 2.500 persone partite dall'Africa del Nord sono annegate o disperse nel Mediterraneo. L'Europa non può ignorare la tragedia che si sta compiendo alle sue porte. Un numero maggiore di navi per la ricerca e il soccorso nel Mediterraneo centrale, col chiaro compito di salvare vite umane in acque internazionali e risorse adeguate per svolgerlo al meglio: ecco cosa l'Unione europea e i suoi stati membri devono fornire con urgenza", ha aggiunto Dalhuisen.

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