Immigrati, Cisl: "Troppe aziende si spostano in Svizzera"
MILANO – "Questo referendum ha finalmente fatto rendere tutti conto della situazione dei 60 mila frontalieri lombardi". Lo sostiene Gigi Petteni, segretario generale di Cisl Lombardia. Non tutti i mali vengono per nuocere: il referendum anti immigrazione della Svizzera per Petteni ha il merito di obbligare gli amministratori lombardi ad occuparsi delle condizioni di chi tutti i giorni attraversa la frontiera elvetica in pulmino per andare a lavorare. "Il vero tema è aggredire lo spostamento delle aziende oltreconfine. Negli ultimi anni molte imprese hanno superato il confine alla ricerca di condizioni fiscali migliori delle nostre – continua il sindacalista -. Dobbiamo smettere di ricordarci del valore sociale delle imprese solo quando chiudono i battenti: dobbiamo dare risposte che permettano alle nostre imprese di restare qui".
Secondo i dati della Cisl, sono sempre di più gli iscritti alla sigla che tutela i frontalieri che provengono da zone diverse dalle province al confine (Como, Varese e Sondrio). Ormai sempre più persone provengono dall'area del milanese e del lecchese. "C'è voglia di lavorare e la Svizzera è sempre più un'opportunità: gli operai che montavano i tendoni in Lombardia si sono trasferiti a farlo in Canton Ticino perché le aziende lì lavorano di più", prosegue il segretario generale della Cisl regionale. Per Petteni è arrivato il momento di aprire un tavolo con la Svizzera non solo in merito al passaggio di capitali finanziari ma anche di manodopera. (lb)