Immigrati, Commissione Ue: pronti ad aiutare l'Italia con misure di emergenza
BRUXELLES - La Commissione è pronta ad aiutare l’Italia con misure di emergenza per affrontare la crescita esponenziale del flusso di migranti nel Mediterraneo degli ultimi giorni (oltre duemila i disperati che sono attualmente in mare su almeno 12 imbarcazioni). L’esecutivo di Bruxelles aspetta che il nostro paese faccia richiesta ufficiale di tali misure il che - secondo fonti sia italiane che europee - dovrebbe avvenire fra oggi e domani. Sarebbe la prima volta che tali misure di emergenza, direttamente inviate dalla Commissione Ue, verrebbero utilizzate dopo il 2010, quando erano state impiegate al confine greco-turco.
Questa la toppa che i funzionari di Bruxelles, in collaborazione con le autorità italiane, starebbero pensando di mettere in atto per affrontare il peggioramento della situazione di queste ore e le pessime prospettive per i giorni e le settimane a venire, in cui non si può che prevedere un aumento dell’emorragia di migranti dalle coste libiche. Nonostante ciò, però, la portavoce di Juncker, Natasha Bertaud, sottolinea come se si vuole essere seri nell’affrontare il problema immigrazione nel Mediterraneo con una prospettiva di lungo termine non si può non passare per due snodi fondamentali: una soluzione politica per la Libia e la collaborazione di tutti gli Stati membri per un approccio all’immigrazione più organico che coinvolga tutti i paesi dell’Ue.
La Bertaud, come già anticipato la settimana scorsa, ha confermato oggi che “il 4 marzo il collegio dei commissari terrà la prima riunione preliminare per approntare l’agenda europea sull’immigrazione per il 2015 (una delle dieci priorità dell’esecutivo Juncker n.d.r)”.
Allo stesso tempo, gli esperti di Bruxelles non nascondono la loro preoccupazione per le nuove strategie messe in atto dagli scafisti, che non si fanno scrupoli a gettare gente che non sa nuotare in mare o a minacciare le motovedette della guardia costiera italiana per riappropriarsi dei barconi. Contro chi è così senza scrupoli, fa capire un alto funzionario di Bruxelles, c’è poco che si possa fare.
La stessa fonte conferma l’esistenza di una lettera inviata negli scorsi giorni da Francia e Germania all’esecutivo Juncker, in cui si chiede di mettere in atto un dispositivo di sorveglianza del Mediterraneo attivo ventiquattro ore su ventiquattro senza però aumentare il budget di Frontex. Secondo la fonte, Questo è semplicemente impossibile, perché se l’UE si vuole dotare di una sua operazione di search and rescue ci vogliono i soldi per farlo e la volontà politica da parte di tutti gli Stati membri. Volontà che sembra stia prendendo piede, a giudicare dal vertice dei capi di Stato e di governo della settimana scorsa a Bruxelles, in cui diversi paesi si sono detti possibilisti sull’idea di una specie di mare nostrum europeo.
Alla fin fine, fanno capire da Bruxelles, ci si sta rendendo conto che affrontare seriamente il problema dell’immigrazione nel Mediterraneo conviene sia a paesi di frontiera come l’Italia, la Spagna, la Grecia e Malta, sia a quei paesi che ricevono piùrichieste di asilo (Germania, Svezia, Regno Unito e Francia.
Ad aggiungere un’ulteriore complicazione alla polveriera libica, che non lascia spazio a nessun ottimismo nelle prossime settimane e mesi, c’è la situazione del commissario Ue all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos: domani Avramopoulos potrebbe essere ufficialmente candidato da Tsipras a presidente della Repubblica greca. Nel tal caso, il commissario si dovrebbe autosospendere dal suo incarico (articolo 247 del trattato di Lisbona) e, se eletto, Tsipras dovrebbe poi scegliere un suo sostituto come commissario greco. Un processo che non avviene certo nel migliore dei momenti per quanto riguarda la situazione dell’immigrazione in UE. Ma da Bruxelles rassicurano che la struttura del nuovo esecutivo, con un primo vice presidente come l’olandese Frans Timmermans che fra le sue deleghe ha anche quella di supervisore ad Avramopoulos o a chi sarà il futuro commissario all’immigrazione, assicurerà una continuità politica senza nessun intoppo. (Maurizio Molinari)