9 marzo 2015 ore: 16:21
Immigrazione

Immigrati, Croce Rossa: l'Onu non si arrenda all'idea del blocco navale

"Mi piacerebbe capire come si può giustificare il passaggio schizofrenico da un'operazione umanitaria come Mare nostrum all'ipotesi molto concreta e lontana dal rispetto dell'essere umano del blocco navale in Libia". Lo dice Francesco Rocca,...
Immigrazione, barca intercettata da nave militare, sbarchi

Roma - "Mi piacerebbe capire come si puo' giustificare il passaggio schizofrenico da un'operazione umanitaria come Mare nostrum all'ipotesi molto concreta e lontana dal rispetto dell'essere umano del blocco navale in Libia". Lo dice Francesco Rocca, presidente della Croce rossa italiana e vice presidente della Federazione internazionale della Croce rossa e Mezzaluna rossa commentando le ultime dichiarazioni dell'inviato Onu Bernardino Leon.

"Come si possono salvare 170mila vite umane in tutto il 2014 e arrendersi, appena due mesi dopo, all'idea che il blocco navale sia l'unica soluzione. Un'opzione peraltro che va contro alla stessa Dichiarazione universale dei diritti umani del '48 in cui e' previsto per ogni individuo il diritto alla vita, alla liberta' e alla sicurezza della propria persona" denuncia Rocca. "E allora sono io lo sciocco a pensare ancora che le Nazioni unite siano deputate alla difesa dei diritti dell'uomo. Le stesse Nazioni unite che, peraltro, nel 2009 condannarono

l'Italia per i respingimenti dei migranti provenienti dalla Libia". Per questo, "qualcuno mi spieghi che differenza c'e', a livello sostanziale, tra quella politica cosi' contrastata dall'Onu perche' considerata lesiva dei diritti umani e quella di oggi piu' che paventata dall'inviato Leon. Qualcuno mi spieghi perche' in nome di una minaccia alla sicurezza nazionale e di tutta l'Europa debbano rimetterci sempre gli stessi. Gli ultimi, scudi umani in questo folle balletto di posizioni politiche su cui nessuno ha avuto il coraggio di prendere l'unica posizione che tuteli la vita umana, i corridoi umanitari", continua il presidente della Croce rossa italiana.

Per Francesco Rocca, "la fortezza Europa non e' idonea a salvare vite e c'e' una chiara responsabilita' politica perche' se e' vero che da un lato c'e' un problema libico, dall'altro c'e' il tema di chi si trova in mezzo al mare e non puo' essere abbandonato a se stesso. Va ricordato- continua-perche' spesso la memoria in questi casi sembra labile, che si tratta di persone che scappano dalla guerra. Non possiamo pensare alla Nigeria, condannare la violenza di Boko Haram e dimenticarci poi delle vittime", sottolinea Rocca, ricordando infine che "quando e' caduto il regime di Gheddafi, l'Ue non e' corsa in Libia e dal nuovo governo instauratosi per far firmare le Convenzioni internazionale sui richiedenti asilo, ma c'e' stata una vera e propria corsa all'oro per accaparrarsi i contratti sull'energia, sul petrolio e sul gas. Nessuno ha pensato al tema dei diritti umani e a come creare un canale umanitario. Il messaggio dato dall'Europa e' rimasto legato a interessi economici", conclude il presidente della Croce rossa italiana. (DIRE)

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