Immigrati, il parlamento europeo agli stati membri: la priorità è salvare vite
BRUXELLES - E’ compatto il Parlamento Europeo nel chiedere che i capi di Stato e di governo UE, che si riuniranno domani a Bruxelles per un vertice straordinario sull’immigrazione, abbiano come loro prima priorità quella di salvare vite umane. Alla luce delle recenti tragedie nel Mediterraneo, i presidenti dei tre gruppi principali dell’assemblea di Strasburgo (Manfred Weber per i popolari, Gianni Pittella per i socialisti e democratici e l’olandese Guy Verofstadt per i liberali) hanno fatto pervenire ai ventotto leader una richiesta in quattro punti, sostenuta da un’ampia coalizione trasversale di eurodeputati.
“Vogliamo una soluzione europea a quello che consideriamo un problema europeo - spiegano i tre presidenti - una soluzione che coinvolga tutti gli Stati membri che hanno competenza esclusiva del controllo delle frontiere esterne dell’Unione Europea, ma anche tutte le istituzioni UE e gli strumenti e le agenzie di cui dispongono. Questa soluzione - continuano i capigruppo - deve essere basata su più solidarietà fra gli stati membri”.
I quattro punti su cui i leader, secondo gli eurodeputati, devono agire immediatamente, e che sono un po’ una risposta ai dieci punti presentati lunedì dal commissario per l’Immigrazione Dimitris Avramopoulos, sono:
1) Salvare vite in mare. L’Ue deve fare in modo che gli Stati membri conducano adeguate operazioni di search and rescue (soccorso e salvataggio) nel Mediterraneo. Tali operazioni devono essere coordinate a livello europeo attraverso le missioni Frontex Triton e Poseidon. Triton deve essere dotata di navi ed equipaggi in grado di pattugliare l’alto mare e di navigare per più giorni, cosa non possibile con l’attuale mandato e che invece era fattibile con Mare Nostrum. I finanziamenti e le risorse a disposizione di Triton devono essere aumentati, e la partecipazione degli Stati membri non deve essere più su base volontaria ma deve diventare obbligatoria. C’è bisogno, insomma, secondo gli europarlamentari, di una maggiore solidarietà da parte di tutti i ventotto paesi, sia in termini di risorse umane, di assets (imbarcazioni, attrezzatura) che di finanziamenti offerti.
2) Garantire una protezione temporanea ai richiedenti asilo e in generale a tutti gli immigrati impossibilitati a ritornare nel proprio paese di origine in condizioni sicure. Frontex ha stimato che fra mezzo milione e un milione di persone potrebbero raggiungere le nostre coste nei prossimi mesi. Per questo è necessario, secondo i tre presidenti e gli europarlamentari, utilizzare un meccanismo previsto dalla legislazione europea ma mai utilizzato: la cosiddetta direttiva sulla protezione temporanea (2001/55/EC, pensata per far fronte all’esodo dei kossovari in Albania all’inizio degli anni duemila), che prevede l’obbligo per gli Stati membri di prendersi carico di un certo numero di migranti in situazione di emergenza o in presenza di flussi migratori molto ingenti. Anche altre opzioni possibili devono essere prese in considerazione, come ad esempio un meccanismo obbligatorio di solidarietà, l’aumento dei visti umanitari e il ricollocamento di un determinato numero di rifugiati o richiedenti asilo.
3) Lotta efficace contro i trafficanti di esseri umani. Una lotta da condurre in stretta collaborazione con i paesi terzi (di origine e di transito, in particolare quelli che confinano con la Libia), per smantellare le reti criminali che si alimentano della disperazione dei migranti. In questo senso, la collaborazione degli stati membri con Europol, Eurojust, Easo e Frontex è fondamentale.
4) Gestione più veloce delle richieste di asilo. Infine i tre presidenti pongono l’accento sulla necessità di snellire le procedure per la richiesta di asilo, facendo anche in modo di studiare la possibilità, per chi ne ha diritto, di presentare queste richieste nei paesi di origine o di transito. (mm)