Intervenuta a Torino per la presentazione del rapporto sulle condizioni di vita degli immigrati, il ministro dell'Integrazione ha spiegato la sua assenza dal vertice in corso a Palazzo Chigi: "È il momento di affrontare un'emergenza, il mio Ministro interverrà al momento opportuno''
Il ministro Cecile Kyenge in visita a Torino
Il ministro Cecile Kyenge in visita a Torino |
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Torino - "in questo momento stiamo affrontando un emergenza umanitaria. Occore dare una risposta concreta in tempo brevissimo e di questo devono occuparsi i ministeri che hanno una competenza diretta sul mare. Il nostro ministero interverrà nel momento in cui si parlerà di integrazione e accoglienza". Così il Ministro Cecile Kyenge, in visita a Torino, spiega la sua assenza dal vertice in corso a Palazzo Chigi, indetto dal premier Letta con i ministri della Difesa e dell'Interno per affrontare l'emergenza detli sbarchi che da giorni si susseguono sulle coste di Lampedusa.
Sull'ipotesi un pattugliamento aereo del Mediterraneo, in discussione nell'incontro di oggi, Kyenge si dice "d'accordo, purché sia fatto con un approccio umanitario. L'obiettivo deve essere salvare persone in pericolo"; mentre rispedisce al mittente le critiche rivolte all'Italia dall'Agenzia svizzera per i rifugiati, che giorni fa ha chiesto alle autorità elvetiche di sospendere i rinvii verso il nostro paese, il cui sistema di accoglienza sarebbe "sottosviluppato". "Non commento" continua. "Noi ce la stiamo mettendo tutta, e a questo proposito voglio ringraziare i cittadini, soprattutto i Lampedusani, per l'umanità con cui stanno affrontando questa tragedia. Così come ringrazio la Capitaneria di porto, la Guardia di finanza e tutte le forze dell'ordine, che hanno lavorato con un coordinamento apprezzabile: un esempio adi umanità, da prendere a modello per fare sistema".
Il ministro Kyenge con Rachid Kadhire |
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Secondo l'Osar, la maggior parte dei rifugiati rinviati in Italia in base alla convenzione di Dublino (che in sostanza sancisce che i rifugiati possono chiedere asilo soltanto nel paese di primo approdo) devono attendere mesi prima che le loro domande d'asilo siano esaminate; nel frattempo, non riuscendo a trovare un alloggio, finiscono spesso per vivere in strada. "Dal primo giorno - chiarisce Kyenge - tutto il Governo è stato unito nel far presente che questo è un problema da gestire a livello europeo" "Le nostre frontiere - prosegue - sono le frontiere dell'Europa: è giunto il momento di prendere in considerazione una revisione del regolamento di Dublino. L'occasione potrebbe essere il prossimo Consiglio d'Europa, il 24 e 25 ottobre, nel quale esporremo la nostra linea e le nostre necessità in merito". Intervenuta a Torino in occasione della presentazione del "Rapporto sulle disegueglianze nei diritti e nelle condizioni di vita degli immigrati", il ministro Kyenge ha voluto incontrare Rachid Kadhire, il giovane immigrato marocchino che la scorsa settimana si è laureato in ingegneria e che è riuscito a pagarsi egli studi vendendo accendini per le vie torinesi. Sulla creazione di in corridoio umanitario, e sui rischi di una sostanziale contraddizione giuridica con la legge Bossi -Fini, il ministro ha specificato che "qui stiamo parlando di rifugiati, non di semplici immigrati". "Siamo di fronte a persone che fuggono dai loro paesi per motivi politici, non economici" concude. "Fuggono da un inferno, quello dalla guerra e sono protetti da convenzioni internazionali. Tutto ciò non dipende da me, ma questi sono i fatti". (ams).