Immigrati, ''le carrette del mare si fermano anche con le rimesse''
Immigrazione: rimesse, spedire soldi
ROMA - “Il fenomeno delle rimesse di denaro inviate dai migranti nei propri Paesi di origine ha assunto un’importanza enorme e non solo per il flusso monetario che movimenta”. A sostenerlo è Marco Marcocci, presidente di Migranti e Banche, Associazione di volontariato che da anni si occupa della promozione dell’inclusione finanziaria dei migranti. “Il risparmio dei migranti – continua Marcocci – ha costituito una regolare fonte di denaro per lo sviluppo delle economie dei paesi del sud del mondo anche durante la fase più acuta della crisi in un contesto in cui gli investimenti diretti e gli aiuti si stavano ridimensionando”, evitando a migliaia di famiglie di cadere in uno stato di povertà.
A livello globale il flusso delle rimesse inviate dagli stranieri verso i propri Paesi di origine nel 2012 ha raggiunto, secondo i dati della Banca Mondiale, la cifra di 529 miliardi di dollari, con una crescita del 5,3% rispetto al 2011. Si stima che a livello mondiale le rimesse superino gli aiuti internazionali allo sviluppo destinati ai Paesi poveri oltre che a rappresentare un fattore che incide in maniera significativa alla composizione del prodotto interno lordo di molti Paesi. Dall’Italia sono state inviate nel 2012 rimesse per 6,8 miliardi di euro, in diminuzione del 7,6% rispetto all’anno precedente quando ammontavano a 7,4 miliardi. Il continente asiatico è stato quello che più ne ha beneficiato (55,1% del totale), seguito da Europa (22,8%), America Latina (11,1%) ed Africa (10,6%).
“Le rimesse costituiscono un grande potenziale per lo sviluppo e la crescita economica e sociale dei Paesi di origine dei migranti – conclude il presidente dell’associazione – e questi ultimi hanno piena consapevolezza di ciò. Le rimesse, infatti, sono sempre meno abbandonate a se stesse o limitate al solo sostentamento della propria famiglia”, in quanto vanno a sostenere anche lo sviluppo locale del territorio. Per questo motivo è importante che vengano diminuiti i costi a carico del migrante per l’invio del denaro, poiché vanno a distogliere risorse altrimenti impiegate nel paese di origine. Come a dire, “le carrette del mare si fermano anche con le rimesse”.