Immigrati, Renzi: "No all'ipotesi di intervento militare in Libia"
ROMA - "L'Italia è impegnata nelle operazioni di soccorso di due delle tre emergenze in mare aperto che riaguardano i migranti dall'Africa". Lo ricorda il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi con il premier maltese Joseph Muscat. "Stiamo lavorando insieme a Malta, sulla situazione di un gommone a un passo dalla Libia. Si stimano 150 persone a bordo. Siamo intervenuti poi per una barca più grande per la quale si stima che siano coinvolte 300 persone. Stiamo intervenendo con la regia della guardia costiera inviando mercantili che si trovano più vicini", dice Renzi. I soccorsi al barcone di Rodi sono invece fuori dalla competenza italiana.
Sulla Libia il premier assicura: "Al momento non è sul tappeto l'ipotesi di un intervento militare in Libia". "Si ragiona su interventi mirati per distruggere" i barconi e "contrastare gli scafisti" in partenza dalla Libia.
"C'è un'escalation di viaggi della morte. Ed è il segno che siamo in presenza di un'organizzazione criminale che sta facendo tanti soldi, ma soprattutto sta rovinando tante vite umane", prosegue Renzi. "Il nostro paese - aggiunge - non può consentire che si faccia commercio di uomini. E noi andremo a prenderli, li prenderemo". "Continuare a pensare di lasciarli partire e poi andare a rincorrerli significa mettere a rischio le vite umane, che gli scafisti schiavisti mettono a rischio. Non Malta, o l'Italia. Non si puo'' pensare di giocare a nascondino con gli scafisti". "Noi pensiamo a una strategia complessiva. L'attacco al racket della morte è una parte del ragionamento. Le ipotesi tecniche sono affrontate dai tecnici e sono questioni che i team della Difesa affrontano insieme. Ora si tratta di capire se esiste un impegno internazionale o no a fare quello che Malta e Italia stanno facendo. Noi di scafisti ne abbiamo arrestati 1002".