19 dicembre 2016 ore: 12:12
Immigrazione

Immigrati, sui giornali una presenza costante. Da Aylan a Emmanuel

Quarto rapporto Carta di Roma. Avvenire colloca in prima pagina 349 titoli sul tema delle migrazioni, con una media di oltre un titolo/articolo al giorno. Seguono La Stampa e il Giornale (con 306 e 268 titoli), La Repubblica (con 245), infine l’Unità (234) e il Corriere della Sera (con 220 titoli). Record di notizia in occasione dell’omicidio di Fermo
F. Malavolta Gommoni con immigrati, sbarchi, salvataggio notturno (Da rapporto carta di roma)

Foto di F. Malavolta

- ROMA – Ancora dati e analisi dal quarto Rapporto della Carta di Roma, che analizza come carta stampata e tv trattano al tema dell’immigrazione. Quello che si evidenzia è, soprattutto, come il tema dell’immigrazione sia entrato, in modo strutturale e pervasivo, nel sistema dell’informazione.

L’analisi delle prime pagine. Nello specifico, alcuni quotidiani che, per tradizione e per impostazione, hanno dedicato ampio spazio alle questioni migratorie, nel corso del 2016 confermano ulteriormente questa tendenza. È il caso di Avvenire che colloca in prima pagina nei dieci mesi di analisi 349 titoli sul tema delle migrazioni, con una media di oltre un titolo/articolo al giorno. Seguono La Stampa e il Giornale (con 306 e 268 titoli), La Repubblica (con 245), infine l’Unità (234) e il Corriere della Sera (con 220 titoli).
“Questa significativa esposizione del fenomeno (per numeri di titoli) si accompagna a una continuità dell’attenzione al tema, come dimostrano i dati relativi alla visibilità del fenomeno per testata e per mese. L’Avvenire è il quotidiano che dedica più attenzione al tema, con in media più di un titolo al giorno in prima pagina, seguito da la Stampa con una media di un titolo al giorno; l’Unità e il Giornale dedicano quasi un titolo al giorno, la Repubblica e il Corriere della Sera sono i quotidiani con l’indice di visibilità dell’immigrazione inferiore, ma pure sempre elevatissimo (rispettivamente 0,8 e 0,7).

Immigrazione, presenza su prime pagine di giornali

Sono solo 12 le giornate in cui, da gennaio a ottobre, non sono presenti titoli sul tema; detto altrimenti, nel 96% dei casi almeno uno dei 6 quotidiani ha dedicato un titolo/articolo all’immigrazione. “Si tratta quindi di un fenomeno che mantiene una grande visibilità anche nel corso del 2016 – si precisa -. Inoltre nel 63% dei casi i titoli/articoli si collocano al centro della pagina o negli editoriali”.

Da Aylan a Emmanuel. L’analisi longitudinale dei titoli/notizie sull’immigrazione suggerisce alcune osservazioni: “innanzitutto, la visibilità del fenomeno nel 2016 è costante su tutto il periodo, senza i picchi congiunturali rilevati nel corso del 2015, ma con un’esposizione continua. La seconda è che la comunicazione sulle migrazioni si caratterizza per l’estensione dell’attenzione a diversi aspetti del fenomeno, in assenza di eventi ‘topici’ catalizzatori dell’attenzione”. Nel 2016, non si può parlare di eventi, divenuti “casi” nella narrazione giornalistica – come la pubblicazione della foto del piccolo Aylan – che hanno fatto registrare picchi di visibilità di 20, 24 titoli nella stessa giornata.
Il 2016 presenta invece un andamento caratterizzato da una media superiore di notizie (5,7 contro le 5 del 2015), distribuite in modo più diffuso e meno concentrato. Il record di titoli/notizie in un giorno è di 16, in occasione dell’omicidio di Fermo (l’uccisione del giovane nigeriano Emmanuel Chidi Namdi.

Titoli su prime pagine dei giornali, immigrazione

“Si potrebbe affermare che il filo conduttore della narrazione del fenomeno migratorio è la politica, quella europea di vertici, scontri e accordi e quella italiana con le elezioni amministrative in comuni ‘chiave’ come Milano, Roma e Torino e con le questioni legate alla gestione locale dell’accoglienza. Due livelli, quello sovranazionale (europeo e internazionale) e quello locale che si intersecano e che si sovrappongono nella realtà e nella comunicazione”. Lungo tutto il 2016, infatti, vi sono alcune questioni che occupano, trasversalmente, con declinazioni e sfumature diverse, le testate dei quotidiani, tra queste: il racconto della “giungla” di Calais, e tutto il dibattito relativo alla gestione di altri insediamenti e dei tentativi di sgombero; la cronaca degli arrivi (e della conseguente gestione) dei migranti minori non accompagnati e gli appelli – costanti – del Papa al dialogo, alla comprensione e all’accoglienza di migranti e rifugiati.

Le questioni assenti. Tra i temi i assenti, oltre a quello del post-accoglienza e dell’integrazione, vi è anche quello dei corridoi umanitari. Sono solo 12 i titoli/articoli che tematizzano in modo esplicito la questione, di cui la quasi totalità (9 su 12) è presente su l’Avvenire. L’alternativa legale e sicura agli attraversamenti via mare ha una visibilità quantitativamente poco significativa e declinata come resoconto dell’operazione umanitaria, nonostante l’esistenza del programma di resettlement e il progetto pilota avviato nel 2016 da Tavola valdese, Federazione italiana delle chiese evangeliche e Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con il ministero degli Esteri.
Sono presenti il racconto e la testimonianza degli arrivi, attraverso i canali umanitari attivati da Tavola valdese, Fcei e Sant’egidio, di famiglie siriane in fuga dalla guerra. Come nel caso di Falak: bimba siriana di 7 anni giunta in Italia insieme alla sua famiglia dal Libano, dove ha vissuto in seguito alla fuga dal proprio paese, per curare un tumore all’occhio; la storia della famiglia, la prima a giungere in Italia attraverso i corridoi umanitari, riesce a ritagliare uno spazio, seppure marginale, sulla stampa. Non riesce a svilupparsi sulle prime pagine dei quotidiani, invece, un dibattito che rifletta sulle opportunità concrete rappresentate da tale progetto pilota, nonostante la sua prima fase attuativa sia accompagnata dai riscontri relativi alla sostenibilità dello stesso: nonostante, dunque, i naufragi e le tragedie che si consumano nel Mediterraneo siano presenti nel racconto, non è dedicata altrettanta attenzione alle alternative a essi.

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