Immigrati, Treviso cambia pelle. Niente contestazioni, cittadini solidali con i profughi
TREVISO – Convivenza e solidarietà sono possibili, nonostante le difficoltà dell’accoglienza, la scarsa organizzazione, le strutture inadeguate. La testimonianza arriva da Treviso, città che negli ultimi mesi sembra aver cambiato pelle - oltre che giunta comunale -, dimostrando di non essere insensibile al problema dei profughi.
Fino a poco tempo fa, in epoca Gentilini, la città non disponeva di alcuna struttura di accoglienza: “Per i senza tetto erano a disposizione solo quattro posti letto - spiega l’assessore alle Politiche sociali, Liana Manfio -. Lo scorso inverno di fronte alla necessità di ampliare l’offerta, in concomitanza con l’emergenza freddo, abbiano ricavato venti posti letto in una struttura comunale in via Pasubio. Una volta terminato il periodo critico, abbiamo destinato questi posti ai profughi che iniziavano ad arrivare a Treviso”.
Polemiche politiche a parte (che non sono mancate), la cittadinanza e soprattutto il quartiere hanno risposto positivamente. “Non ci sono state reazioni negative, anzi – spiega Manfio -. Abbiamo comunicato la situazione ai residenti con una lettera e loro hanno capito la necessità di accogliere queste persone. In molti si sono resi disponibili ad aiutare, hanno portato viveri e generi di prima necessità”. Nel corso dei mesi il turn over degli ospiti è stato altissimo: in molti si sono fermati solo pochi giorni per poi andarsene e proseguire verso i Paesi del Nord, ma per ogni persona che lasciava Treviso, altre arrivavano. Così la struttura è arrivata a ospitare, d’intesa con la Prefettura, fino a 40 persone per volta.
“La risposta dei trevigiani è stata sorprendente – aggiunge l’assessore -: si sono spesi in prima persona i volontari della vicina parrocchia, ma anche semplici cittadini. C’è stato chi ha proposto di attivare corsi d’italiano, anche se non è stato possibile a causa dell’elevato turn over. Abbiamo organizzato anche una partita di calcio: Treviso vs Resto del mondo”.
Anche se l’accoglienza procede senza problemi con i residenti, Manfio non rinuncia a contestare l’assenza e l’indifferenza dello stato centrale: “Le persone sono state ‘scaricate’ in città senza preavviso, dalla sera alla mattina, senza che ci fosse un’organizzazione seria, lasciandoci da soli” accusa. (gig)