Immigrazione: famiglie sempre più stabili, ma l’Italia non attrae più
ROMA – Non solo e non più giovani a caccia di un lavoro, ma una presenza sempre più costante, in cerca di stabilità nel nostro paese con, alle spalle, percorsi di inserimento e integrazione. A fotografare il nuovo corso della presenza straniera in Italia è il Dossier statistico immigrazione 2014, realizzato dal Centro studi e ricerche Idos, in collaborazione con Unar, presentato oggi a Roma e in contemporanea in altre 26 città.
- Crescita lenta e per motivi familiari. Nel complesso la presenza straniera è stimata in 5 milioni e 364 mila persone, in crescita di 178 mila unità rispetto all’anno precedente, ma con un ritmo sempre più lento se si paragona al flusso agli anni passati. A marcare la differenza maggiore è il netto crollo degli ingressi per motivi di lavoro. Secondo il rapporto il nostro paese, complice la crisi, non è più un polo di attrazione per la popolazione immigrata, che spesso preferisce tornare in patria o sceglie paesi europei più appetibili. E così nel 2013, i visti per soggiorni superiori a 90 giorni sono stati 169.055, di cui solo 25.683 per lavoro subordinato e 1.810 per lavoro autonomo, mentre quelli per ricongiungimento familiare sono stati ben 76.164. Chi arriva dunque, spesso ha già qui il suo nucleo. Quasi un milione sono, poi, i minori mentre le nuove nascite registrate nel 2013 sono oltre 77mila. Segno di una presenza che va sempre più stabilizzandosi: le famiglie con almeno un componente straniero sono ormai oltre due milioni e accoglie oltre il 99 per cento di tutti i residenti.
Lavoro: indispensabili, ma subalterni. D’altronde i dati sul mercato del lavoro riservato agli stranieri sono poco edificanti e lasciano ben comprendere perché si rinunci a venire in Italia in cerca di fortuna. Seppure quella immigrata sia una forza lavoro considerata indispensabile, essa rimane infatti ancora subalterna. Secondo il dossier sono 2,4 milioni gli occupati stranieri, oltre un decimo del totale (l’incidenza era solo del 3,2% nel 2001), ma con una quota consistente di disoccupati: 493 mila alla fine del 2013. Tra gli stranieri il tasso di disoccupazione è salito nello stesso anno al 17,3%, mentre tra gli italiani all’11,5%; viceversa, il tasso di occupazione è sceso al 58,1% tra gli stranieri e al 55,3% tra gli italiani.
Nel 2013, è cresciuto anche il divario della retribuzione netta mensile percepita in media dagli stranieri (959 euro rispetto ai 1.313 euro dei lavoratori italiani). Inoltre più di un terzo (35,3 per cento) degli occupati svolge professioni non qualificate.
Il miraggio della casa. Negli anni della crisi è cresciuto in maniera consistente il disagio abitativo degli immigrati, mentre di pari passo sono crollate le compravendite immobiliari, che nel 2013 sono state quasi la metà rispetto all’anno precedente. Ne è conseguita una maggiore canalizzazione nel mercato degli affitti, spesso discriminatorio, e nei bandi dell’edilizia residenziale pubblica. Proprio l’accesso alla casa rappresenta uno dei campi in cui gli stranieri sono più discriminati, anche se come sottolinea un approfondimento dell’Unar, contenuto del dossier, la stragrande maggioranza delle 1.142 denunce registrate ha riguardato discriminazioni su base etnico razziale.
Meno irregolari. Da segnalare la costante diminuzione dell’immigrazione irregolare nel nostro paese, stimata (anche grazie alle regolarizzazione in meno di mezzo milione di persone, sotto a un decimo della presenza totale. Riguardo la pressione alle proprie frontiere e al numero delle espulsioni l’Italia si colloca invece all’ottavo posto nella Ue.
Immigrati crescono, i reati molto meno. Il dossier contiene anche dati inediti sulla criminalità degli immigrati. Ne emerge una crescita delle denunce contro gli stranieri molto meno marcata rispetto alla loro presenza numerica. Le denunce contro italiani sono passate da 467 mila nel 2004 a 642 mila nel 2012 (+37,6%), a fronte però di una popolazione diminuita. Quelle contro gli stranieri sono aumentate da 224 mila a 290 mila (+29,6%), mentre però essi raddoppiavano diventando 4,4 milioni.
Su Rs, l'Agenzia di Redattore sociale tutti gli articoli sul Dossier Idos-Unar 2014:
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