Immigrazione, Unhcr: bene misure urgenti Ue, risposta si basi su diritti
Roma - "C'e' un'enorme crisi di migrazione forzata alle porte dell'Europa. È necessaria una risposta di protezione a livello europeo alle recenti tragedie che hanno mietuto tante vite di migranti e rifugiati in fuga da guerre, persecuzioni e violenze. Questa risposta deve basarsi sui valori europei fondamentali dei diritti umani, della dignita' umana, della solidarieta' e del rispetto per la vita. Se cio' non avverra', simili tragedie continueranno senza sosta". Lo dice l'Unhcr, che accoglie "con favore l'intenzione dell'Unione europea e dei suoi Stati membri di adottare misure urgenti per affrontare i ripetuti arrivi via mare e la tragica perdita di vite umane nel Mediterraneo".
Infatti, il Piano d'azione in 10 Punti sulla Migrazione proposto il 20 aprile dal Consiglio congiunto dei ministri degli affari esteri e dell'interno dell'Unione europea "e' un passo importante in questa direzione, ma deve essere accompagnato da misure addizionali", in linea con le proposte avanzate dall'Unhcr agli Stati membri nel quadro della Central Mediterranean sea initiative (Iniziativa per il Mediterraneo centrale) e del suo piano d'azione e l'Agenzia esorta i leader dell'Unione europea, che si riuniranno questo giovedi' 23 aprile 2015, "a tradurre in un'azione immediata gli impegni da loro annunciati".
Per quanto riguarda il salvataggio in mare, l'Unhcr accoglie "con favore il fatto che il primo dei 10 punti del Piano d'azione preveda l'impegno a rafforzare le operazioni congiunte in mare di Frontex Triton e Poseidon, e ad estendere la loro area operativa e si augura che l'incremento di risorse sia sufficiente a garantire una robusta operazione di ricerca e soccorso simile per capacita' e portata alla precedente operazione Mare nostrum; la ricerca e il soccorso devono rappresentare la priorita' assoluta per queste operazioni di Frontex".
Infatti, "non ci sono prove empiriche che le operazioni di ricerca e soccorso costituiscano un fattore di attrazione. I numeri di arrivi dall'inizio del 2015 sono notevolmente superiori a quelli dello stesso periodo nel 2014, quando l'operazione Mare nostrum era in pieno svolgimento".
L'Unhcr accoglie "con favore anche una serie di misure di condivisione delle responsabilita' dell'Unione europea inserite nel Piano d'azione in 10 Punti, in particolare il supporto da parte dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (Easo) a Italia e Grecia e il riferimento ad un meccanismo di ricollocamento di emergenza; maggiori sforzi sono necessari, tuttavia, per rafforzare la solidarieta' all'interno dell'Unione",
L'Unhcr quindi "raccomanda che sia data piena attuazione al Regolamento di Dublino, anche attraverso un uso proattivo ed efficace di tutti i criteri, compresi quelli che riguardano i minori non accompagnati, il ricongiungimento familiare e le clausole discrezionali".
Inoltre, "fornire supporto aggiuntivo agli Stati membri che fronteggiano particolari pressioni, oltre all'esame congiunto delle domande di asilo. Cio' potrebbe riguardare anche l'assistenza a questi Stati membri affinche' istituiscano procedure accelerate e snelle, come le procedure accelerate per le domande manifestamente fondate (come per esempio quelle presentate dai siriani); il supporto per l'identificazione delle persone soccorse in mare (includendo ma non limitandosi al rilevamento delle impronte digitali), e l'immediato rafforzamento delle capacita' d'accoglienza per soddisfare gli standard europei di accoglienza".
Ancora, "l'stituzione di un concreto programma pilota di ricollocamento per i rifugiati siriani soccorsi in mare: in una fase iniziale il programma pilota potrebbe utilmente rivolgersi ai siriani salvati in mare e sbarcati in Grecia e in Italia, come mezzo per riequilibrare gli sforzi tra gli Stati di arrivo via mare, gli stati di destinazione principale e gli altri Stati membri. Cio' contribuira' a ridurre il rischio di tratta e sfruttamento legato agli attuali spostamenti secondari all'interno dell'Unione europea".
Infine, "supporto per l'integrazione dei rifugiati nell'Unione europea: deve essere compiuto ogni sforzo per garantire che i programmi nazionali di sostegno per l'integrazione siano realizzati e che ricevano adeguate risorse e il sostegno di cui necessitano".
Per quanto riguarda le alternative legali per i rifugiati in cerca di sicurezza, spiega l'Unhcr, "i rifugiati stanno attualmente affrontando pericolose traversate attraverso il deserto e il mare, ricorrendo a reti di trafficanti e contrabbandieri perche' non hanno alternative"; per questo l'Unhcr accoglie "con favore l'azione prevista dal Piano in 10 punti che prevede un progetto pilota di reinsediamento su base volontaria nell'Unione europea, ma esprime preoccupazione per il fatto che i numeri proposti non sono sufficientemente alti per rappresentare una alternativa legale a queste pericolose traversate".
Infatti, "affinche' la proposta dell'Unione europea abbia un impatto positivo, ha bisogno di essere credibile, in linea con le conclusioni 'Agire per gestire al meglio i flussi migratori' del Consiglio Giustizia e affari interni (Gai) di ottobre 2014 e deve pertanto tradursi in un aumento considerevole del numero di quote per il reinsediamento. I dati preliminari indicano che gli Stati membri dell'Unione europea hanno coperto il 12% delle quote globali di reinsediamento nel 2014" e in aggiunta a un forte programma di reinsediamento, gli Stati membri "possono decidere di offrire altre vie legali a tali pericolose traversate per le persone bisognose di protezione internazionale, quali maggiori opportunita' per il ricongiungimento familiare, schemi di sponsorizzazione privati e un regime flessibile di visti, anche per motivi di studio e lavoro".
Per il rimpatrio di persone che non necessitano di protezione internazionale, l'Unhcr "sostiene il punto del piano d'azione che prevede di stabilire un nuovo programma per un rapido rimpatrio dei migranti irregolari che non necessitano di protezione internazionale e che non possono regolarizzare in altro modo il loro soggiorno nell'Unione europea; in questo contesto, affinche' i rimpatri siano efficaci ed umani, devono avvenire in modo sicuro e ordinato e nel pieno rispetto degli obblighi internazionali cui sono vincolati gli Stati membri e degli obblighi europei in materia di diritti umani".
Per l'impegno con i paesi di primo asilo e di transito,
"un approccio piu' olistico implicherebbe anche un sostanziale incremento dell'impegno con i paesi di primo asilo, che si concentri, per esempio, sul rafforzamento delle istituzioni e sul capacity building, al fine di supportare in particolare sistemi di asilo sostenibili e ben funzionanti, che permettano di tutelare le persone e di diminuire la necessita' di cercare protezione altrove".
Inoltre, per l'Unhcr, "e' fondamentale garantire che vengano offerti sostegno e finanziamenti adeguati per i programmi di assistenza dei rifugiati che abbiano come obiettivo fornire opportunita' di sostentamento e di opportunita' educative, in particolare per i giovani, cosi' come supporto alle comunita' che accolgono i rifugiati".
Infine l'Unhcr "intensifichera' i propri sforzi per aiutare gli Stati membri e le persone sotto il proprio mandato, in stretto coordinamento con i partner regionali, nazionali, governativi e non governativi competenti".
(DIRE)