Imprenditori stranieri, cresce in Italia il numero delle imprese individuali
ROMA - Aumentano i titolari stranieri non comunitari di imprese individuali nel nostro paese. E' quanto mostra la sesta edizione del Rapporto “I migranti nel mercato del lavoro in Italia” a cura della direzione generale dell’Immigrazione e delle Politiche di integrazione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, realizzato in collaborazione con la direzione generale dei Sistemi informativi, dell’innovazione tecnologica e della comunicazione, l’Inps, l’lnail, Unioncamere, e il coordinamento di Italia Lavoro. Secondo il rapporto, tra il 2014 e il 2014 il numero dei titolari di imprese nati in un paese non Ue è passasto da 335.452 a 354.117 delineando a livello nazionale un aumento di 5,6 punti percentuali (+18.665 unità).
"L’aumento più cospicuo si è verificato in Campania (+14,8 per cento) - spiega il rapporto -. In termini di valori assoluti, in Lombardia si registra un aumento pari 4.022 nuove imprese individuali di titolari extracomunitari e 3.828 in Campania". I settori maggiormente interessati sono quelli relativi al commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli (il 45,6 per cento del totale) e nelle costruzioni (il 21,4 per cento), mentre il restante 30 per cento circa delle imprese individuali non comunitarie si distribuisce fra gli altri settori e prevalentemente nelle attività manifatturiere (8,3 per cento), in noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (5,9 per cento) e nel settore delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (5,4 per cento). Sul totale delle imprese individuali, cresce l'impatto di quelle con titolari cittadini non comunitari: sono il 10,9 per cento, mentre una quota superiore al 10 per cento si registra per i settori noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (23 per cento), Costruzioni (15,2 per cento), commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli etc. (16,4), attività manifatturiere (12,5), servizi di informazione e comunicazione (10,9) e attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (10,2)
Dai dati raccolti, inoltre, emerge una cospicua presenza di donne, ma solo nel caso di alcune particolari nazionalità. Il dato percentuale generale, infatti, vede le donne solo al 21 per cento del totale, circa 74 mila su 354 mila titolari di impresa stranieri non comunitari. Tuttavia le percentuali variano molto in base alle nazionalità. "La componente femminile partecipa in misura rilevante nell’imprenditoria individuale quando proviene da paesi come l’Ucraina (56,3 per cento del totale), la Nigeria (44,8), la Cina (46,0) - spiega il rapporto -. Inoltre, più di un quarto di imprenditori extra Ue sono di sesso femminile per quanto riguarda paesi come il Venezuela (25,4 per cento), la Svizzera (31,5 per cento), il Perù (il 29,6 per cento), la Moldavia (il 29,5), l’Argentina (28,5). All’opposto le donne pakistane, egiziane, bangladesi, algerine, tunisine, macedoni, senegalesi e albanesi registrano la minore partecipazione nell’imprenditoria individuale".