Imprese sociali, Dell’Aringa: “Investire nel terzo settore, detassare il lavoro”
ROMA - “Le imprese sociali rappresentano una risorsa importante per la nostra società. E’ nostro dovere aiutarle”. A dirlo è Carlo Dell’Aringa, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che questa mattina è intervenuto alla presentazione del settimo rapporto dell’osservatorio Isnet sulle imprese sociali. “Le attività che offrono servizi fondamentali per la comunità sono sempre le prime a venire sacrificate in momenti di crisi. Questo non deve più accadere”.
Il sottosegretario davanti ai rappresentanti del terzo settore ha assicurato che il governo farà di tutto per aiutare le imprese in difficoltà: “Bisogna innanzitutto detassare il lavoro: la pressione fiscale è troppo forte”. Ma non solo: “Gli ammortizzatori sociali sono degli strumenti indispensabili, ma poi servono politiche che permettano ai lavoratori di trovare un’altra occupazione. Questo è il nostro obiettivo”, continua Dell’Aringa. “Gli altri paesi hanno capito da tempo che investire nei servizi permette un ritorno economico considerevole. Anche l’Italia deve fare lo stesso”.
Come dimostrano i dati dell’Isnet, le imprese sociali in difficoltà dal 2007 a oggi sono aumentate del 21%. Nonostante questo, però, l’80% delle attività manterrà invariato il personale o lo aumenterà. “La via da seguire per uscire dalla crisi è proprio quella del lavoro: bisogna erogare servizi di qualità e dare uno sbocco lavorativo ai giovani”, conclude.
Concorda con l’analisi di Dell’Aringa, Edoardo Patriarca, presidente del Centro nazionale per il volontariato, deputato Pd componente dell’intergruppo parlamentare del terzo settore: “Il punto di forza delle imprese sociali sta nella loro capacità di innovare e di incrementare i livelli occupazionali. E’ per questo che il sistema tiene malgrado la mancanza di incentivi e di leggi adeguate. La politica deve saper investire nell’area del terzo settore”.
Come spiega a Redattore Sociale la presidente dell’Isnet Laura Bongiovanni: “Le imprese sociali resistono alla crisi perché valorizzano le risorse umane, danno risposte ai bisogni delle persone e arrivano dove lo Stato non arriva”, afferma Bongiovanni: “Sempre più imprese, inoltre, investono in nuovi settori e iniziano a dialogare anche con il privato oltre che con il pubblico. Sanno insomma fare rete”.
Proprio come ha fatto la cooperativa sociale Liberamente di Reggio Emilia: “Siamo riusciti a sopravvivere perché offriamo servizi indispensabili ai cittadini a costi ragionevoli, senza rinunciare alla qualità. Diamo assistenza domiciliare ai disabili e agli anziani e aiutiamo le persone ad uscire dalla dipendenza dalla droga e dal gioco d’azzardo. Mettiamo al centro della nostra attività le loro personali richieste. Il pubblico, invece, troppo spesso dà risposte generalizzate”, racconta il presidente Matteo Iori.
La cooperativa Ecoliving Imprese Sociali di Forlì punta, invece, sull’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. “Abbiamo creato L’apebianca, un centro in cui è possibile trovare prodotti alimentari a chilometro zero, vestiti fatti con tessuti biologici, un’area benessere e uno sportello etico con professionisti che offrono le loro competenze. Lavorano in questo centro persone che hanno difficoltà: ad esempio i ragazzi disabili preparano la pasta fatta in casa che viene poi venduta al negozio alimentare e a un ristorante”, afferma la vice presidente Alice Cubeddu.
Dino Barbarossa è il direttore di Solco, un consorzio che in tutta la Sicilia cerca di recuperare luoghi degradati coinvolgendo in prima persona i cittadini. Offre anche assistenza domiciliare ad anziani e malati. Secondo Pietro Piccinini della cooperativa Ruah di Bergamo “il segreto del successo di una impresa sociale sta proprio nel mettere al centro la persona”. Alla fine dell’incontro, la presidente dell’Isnet sottolinea come: “Oltre il 60% delle organizzazioni del terzo settore non ha rapporti con i media. Noi riteniamo, invece, che è essenziale far conoscere un modello economico e sociale che crea lavoro e benessere”, conclude Bongiovanni. (Gabriella Lanza)