26 giugno 2014 ore: 11:32
Società

In calo la spesa nazionale per ricerca e sviluppo. Più lontani dall'Ue

Rapporto Bes. Cala il Pil per la ricerca e lo sviluppo, aumenta la differenza con il resto d'Europa. Calano del 6,1% nel 2011 le domande di brevetto e peggiora la capacità brevettuale rispetto a quella europea.

Roma - Cala il Pil per la ricerca e lo sviluppo, aumenta la differenza con il resto d'Europa. È quanto emerge dal Rapporto BES 2014 presentato oggi a Roma da Cnel-Istat presso la Sala Polifunzionale della presidenza del Consiglio dei ministri.

Secondo il rapporto, "gli indicatori di ricerca e innovazione fanno riferimento a due distinte dimensioni: creazione di conoscenza; applicazione e diffusione della conoscenza". Nello specifico, la quota di Pil destinata in Italia al settore ricerca e sviluppo "diminuisce, aumentando la nostra distanza dal resto d'Europa. Confrontando la spesa nazionale con quella dei principali Paesi europei, infatti, il contributo italiano al totale europeo passa dal 7,9% del 2010 al 7,6% del 2011. Calano del 6,1% nel 2011 le domande di brevetto e peggiora la capacita' brevettuale del nostro Paese rispetto a quella europea. Cresce il divario tra il Nord e le altre ripartizioni. In quasi tutte le regioni settentrionali aumenta infatti la spesa in ricerca e sviluppo mentre i due terzi dei brevetti provengono da questa area del Paese".

In Italia il peso economico dei settori ad alta tecnologia "e' tra i piu' bassi in Europa e le conseguenze sono preoccupanti. Questi settori sono caratterizzati da una piu' spiccata propensione verso innovazione, ricerca e sviluppo. Rappresentano un importante fattore di crescita economica e di aumento della produttivita' del sistema e possono offrire un contributo diretto al miglioramento della qualita' della vita dei cittadini. L'Italia presenta, comunque, segnali di tenuta maggiori rispetto a Spagna e Francia. La quota della ricerca industriale su quella totale rimane scarsa anche se in leggera crescita rispetto all'anno precedente". Per quanto riguarda la diffusione della conoscenza tecnologica, "cresce l'utilizzo di Internet (dal 52,6% nel 2012 al 56% nel 2013) ma non al ritmo necessario per ridurre le consistenti differenze con il resto d'Europa(la media europea e' al 72% nel 2013). I divari tecnologici vedono sfavoriti il Mezzogiorno, gli anziani, le donne e le persone di status piu' basso, ma diminuiscono le differenze sociali". (DIRE)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news