25 settembre 2014 ore: 14:10
Disabilità

In coda a via Margutta: in tanti per guardare la Gioconda con le mani

Apre la mostra del Sant’Alessio: guide non vedenti per far "guardare" i capolavori d’arte attraverso un viaggio multisensoriale per ciechi e non. "I musei dovrebbero aprire le teche per permettere ai ciechi di metterci le mani". La sottosegretaria Borletti: "Ipotesi a cui stiamo lavorando"
La Gioconda a via Margutta - Locandina

ROMA - “Dammi le mani e iniziamo dal perimetro. Scendi giù, questi sono i capelli, questo il naso mentre questa sporgenza è il labbro inferiore, prosegui il profilo accarezzando piano fino all’incavo delle guance che si ferma qui e capirai qual è l’espressione che Leonardo voleva restituire con questo dipinto”. box Il sorriso enigmatico della Gioconda si materializza al tatto, in tanti piccoli passaggi guidati dalle mani esperte di Salvatore. Cieco dalla nascita è lui una delle guide per la mostra “Apticamente parlando: alla scoperta dell’arte con il senso del tatto”, inaugurata ieri nel complesso di via Margutta 51 a Roma. L’iniziativa organizzata dal centro regionale Sant’Alessio-Margherita di Savoia propone la versione tridimensionale di quattro capolavori del Medioevo e dell’Età moderna: oltre alla Gioconda di Leonardo, è possibile guardare con le mani Federico da Montefeltro di Piero della Francesca, l’Allegoria della prudenza di Tiziano e Lionello d’Este di Pisanello. Dell’esposizione doveva far parte anche La nascita di Venere di Botticelli, ma il bassorilievo del dipinto non ci sarà perché nei giorni scorsi è stato gravemente danneggiato agli Uffizi di Firenze.

La mostra rimarrà aperta fino all’11 ottobre, ma già da ieri in tanti si sono mesi in coda per riscoprire questi capolavori in un modo totalmente nuovo. Ad attendere il proprio turno sia ciechi che persone vedenti, pronte ad affrontare la sfida di spogliarsi della vista per conoscere l’arte solo attraverso le mani. A guidarli le mani sapienti di Lucilla e Salvatore, due ragazzi ciechi, guide speciali per l’evento del’Sant’Alessio, insieme ad Alessandra logopedista dell'Istituto. “Molto spesso la vista può far atrofizzare tutti gli altri sensi – sottolinea Amedeo Piva, presidente del Sant’Alessio – per questo abbiamo pensato questo evento che non è rivolto solo agli amici ciechi ma a tutti i cittadini romani. Siamo convinti che aprirsi a questo nuovo modo di guardare l’arte permetta di imparare qualcosa in più e di crescere”. 

“L’obiettivo quello di riattivare i sensi vicari – aggiunge Antonio Organtini, direttore del Sant’Alessio. “Lo faremo in diverse serate-evento previste durante tutta la mostra, ci occuperemo anche dell’udito attraverso la musica e il gusto attraverso degustazioni enogastronomiche. Ma l’intento è quello di aprire un percorso nel campo dell’arte: i disabili sono la terza nazione del mondo, e non sarebbe irragionevole se tutti i musei italiani aprissero le loro teche per far mettere letteralmente le mani ai ciechi sui più bei capolavori del nostro patrimonio artistico”. L’invito di Ortolenghi è stato raccolto dal sottosegretaria ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, presente alla serata inaugurale della mostra. “E’ una possibilità di cui stiamo discutendo – spiega – magari provvederemo con l’apertura di alcune teche di opere scelte. Di certo quello che è stato fatto dal Sant’Alessio con questa mostra andrebbe fatto in tutti i musei”. La mostra è stata possibile grazie al finanziamento di Ferrovie dello Stato e di Sorgente Group. L’apertura è dal lunedì al sabato, dalle 15 alle 19. Sono previste, inoltre, due serate dedicate alla cooperazione: giovedì 2 ottobre alle 18 ci sarà la mostra l’Arte come veicolo di pace, organizzata da Intersos mentre giovedì 9 sarà la volta dell’evento di Parsec Il buoio oltre la siepe- Gli orti di via Margutta. (ec)

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