28 novembre 2019 ore: 10:21
Società

In Colombia le mine antiuomo continuano a uccidere: dal 2016 sono 412 la vittime

Proprio in questi giorni il paese latinoamericano sta chiedendo una proroga al trattato di Ottawa, la convenzione internazionale per la proibizione dell'uso, stoccaggio, produzione, vendita di mine antiuomo e relativa distruzione. Dal 1990 sono ben 11 mila le vittime
Foto: National Police of Colombia (via Wikimedia Commons) Vittime delle mine antiuomo

In Colombia le mine antiuomo continuano a uccidere. Tanto che proprio in questi giorni il paese latinoamericano sta chiedendo una proroga al trattato di Ottawa, la convenzione internazionale per la proibizione dell'uso, stoccaggio, produzione, vendita di mine antiuomo e relativa distruzione. Se da una parte l’agenzia nazionale Descontamina ha reso noto che ci sono altri 75 municipi che sono stati liberati dalla presenza di mine, dall’altra i morti continuano ad aumentare.
 
I dati. Complessivamente, si calcola che dagli accordi di pace del 2016 a oggi le vittime siano triplicate, raggiungendo un totale di 412, di cui 217 civili. Se il calcolo viene fatto a partire dal 1990, invece, sono morte a causa delle mine circa 11 mila persone. Inoltre, il Comitato internazionale della Croce rossa in Colombia, stima che il numero reale potrebbe essere ancora più alto, visto che alcune delle vittime non compaiono nelle statistiche ufficiali. In qualche caso, per esempio, non è stato possibile ritrovare i corpi, che vengono così registrati tra i desaparecidos.

Le cause. Tra i principali motivi di questa situazione ci sono la disinformazione, gli accordi di pace che non sono ancora stati attuati del tutto e il narcotraffico. Il capo della Croce rossa nel paese, Cristoph Harnish, ha dichiarato che la situazione “continua ad essere preoccupante nelle zone tradizionalmente coinvolte nel conflitto e lontane dalle città. Tutte queste aree sono esposte a pressioni, a sfollamenti, a un contesto di insicurezza». Inoltre, dopo il 2016 sono cominciati nuovi scontri per il controllo delle zone del narcotraffico, dove le varie fazioni in lotta continuano a impiegare ordigni esplosivi. E poi, ancora, c’è il lasciato del passato: prima degli accordi, la guerriglia minava spesso l’entrata ai campi di coca, con il risultato che oggi in Colombia ci sono aree minate molto estese, ma a bassa densità di mine. Che, in molti casi, nessuno sa dove siano state collocate: le Farc non avevano una rigida organizzazione militare e i gruppi locali agivano spesso in grande autonomia e, in alcuni casi, le già scarse notizie legate ai campi minati sono state perse quando i combattenti si sono ritirati. A tutto questo va aggiunta la politica del governo di Ivan Dunque, che ha di fatto rallentato l’applicazione degli accordi di pace.

L’articolo integrale di Samuel Bregolin (da Bogotà, Colombia), “Mine antiuomo: in Colombia vittime triplicate in 3 anni, può essere letto su Osservatorio Diritti.

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news