30 agosto 2017 ore: 17:48
Immigrazione

In Emilia-Romagna 1.109 minori stranieri soli: avviso per tutori volontari

La maggior parte ha 16/17 anni, sono quasi tutti maschi e arrivano da Africa e Albania. Grazie alla legge 47/2017 è possibile diventarne tutori. Garavini (Garante infanzia ER): “Oltre all’aspetto legale puntiamo sulla relazione: servono adulti di riferimento per questi ragazzi, anche dopo i 18 anni”
Minori stranieri non accompagnati. Ragazzino guarda il mare

Foto: Save the Children

BOLOGNA - Sono 1.109 i minori stranieri soli accolti in Emilia-Romagna. Sono quasi tutti maschi (circa il 93%) e arrivano da Gambia, Egitto, Guinea, Nigeria e Albania. Le ragazze arrivano quasi tutte dalla Nigeria. Nove su 10 hanno tra i 15 e i 17 anni. “Questi ragazzini sono arrivati in Italia dopo viaggi drammatici e dopo aver vissuto esperienze traumatiche. Hanno 16 o 17 anni ma sono ragazzini adulti che forse non hanno più bisogno di essere presi per mano, ma a cui serve un adulto che li accompagni nel percorso educativo e di vita, una figura di riferimento che rimanga anche dopo il raggiungimento della maggiore età”. A parlare è Clede Maria Garavini, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna, che oggi ha reso pubblico l’avviso per poter diventare tutori volontari di minori stranieri non accompagnati così come previsto dalla legge 47/2017 (“Disposizioni in materia di protezione di minori stranieri non accompagnati”). “Quella del tutore è una funzione importante – aggiunge Garavini – ma, accanto all’aspetto legale, noi teniamo molto a quello relazionale. Il tutore volontario dovrà instaurare anzitutto un rapporto affettivo e di sostegno educativo con il minore per poter attuare con efficacia i suoi compiti”.

L’esperienza dei tutori volontari non è nuova in regione. Sono 3 i Comuni che, dal 2013-2014, hanno promosso esperienze di tutela volontaria per i minori: Bologna, Ferrara e Reggio Emilia. Nel 2016 sono state formate una quarantina di persone, ma sono solo 15 le tutele attive. La legge 47/2017 ha previsto questa figura in modo specifico per i minori stranieri non accompagnati: entrata in vigore il 6 maggio scorso, la legge prevede all’articolo 11 l’istituzione dell’elenco dei tutori presso i Tribunali per i minori entro 90 giorni. Quasi tutte le Regioni e Province autonome hanno pubblicato i bandi per i tutori e hanno firmato accordi con i Tribunali (qui, il quadro della situazione nazionale). Anche l’Emilia-Romagna: il Protocollo tra Tribunale dei minori di Bologna e Garante è del 13 luglio mentre l’avviso aperto per i tutori volontari è di oggi, 30 agosto. “Ma le domande avevano già iniziato ad arrivare – afferma la Garante – A oggi sono 99 quelle pervenute”.

Per poter essere iscritti nell’elenco dei tutori volontari presso il Tribunale per i minori di Bologna è necessario passare alcuni step. Il primo è una selezione per verificare i requisiti richiesti dall’avviso: essere cittadini italiani o di altro Stato Ue oppure apolidi o di Stati extraUe in regola con le norme sul soggiorno e conoscenza della lingua e della cultura italiana in relazione all’eventuale attività di tutore; residenza in Italia, compimento del 25esimo anno di età, godimento di diritti civili e politici, non aver riportato condanne penali, avere la libera amministrazione del proprio patrimonio, non essere oggetto di provvedimenti di decadenza, limitazione o sospensione della responsabilità genitoriale, non essere stato rimosso da altra tutela, non essere iscritto al registro dei falliti, avere una condotta ineccepibile sotto il profilo morale, avere disponibilità di tempo ed energie per realizzare la funzione e non trovarsi in una situazione di conflitto di interesse con il minore. Poi c’è la formazione mirata e multidisciplinare, “per creare una persona qualificata che abbia le conoscenze per adempiere ai suoi doveri con responsabilità, efficienza e appropriatezza relazionale”. Alcune città si stanno già attivando, “in particolare Bologna, Ferrara e Reggio Emilia che hanno esperienze pregresse”.

Dopo la selezione e la formazione, l’elenco dei tutori verrà trasmesso al Tribunale a cui spetta la nomina, insieme al giudice tutelare. “Noi ci attiveremo sui territori di provenienza dei tutori con i Comuni, i servizi, il volontariato, per creare spazi di discussione, supporto, sostegno dei tutori stessi”, continua Garavini. Nella legge 47/2017 si parla di “genitorialità sociale” e “cittadinanza attiva” in riferimento al ruolo di tutore. Cosa significa? “I tutori assumono la responsabilità del minore ma deve essserci integrazione tra impegno individuale e collettivo – spiega la Garante – Per questo la comunità deve esserci e deve accompagnare e sostenere i tutori che devono sentire la presenza di una rete di servizi accanto a loro”. Attualmente i minori stranieri soli sono accolti in comunità, “e la loro tutela è istituzionale, ma dovremo essere bravi a trasformarla in tutela personale”. Anche se la legge 47/2017 sui tutori volontari non prevede l’accoglienza del minore, la Garante pensa a forme mediate di collocazione tra la comunità e la famiglia, “ad esempio accogliendo il minore nei weekend o a pranzo. Per favorire l’aspetto relazionale”. (lp)

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