In Italia un milione e 400 mila bambini in povertà assoluta
Roma - In Italia sono piu' di 1 milione 400 mila i bambini e gli adolescenti che vivono in poverta' assoluta ovvero impossibilitati ad accedere a un paniere minimo di beni. Il 13,8% di tutti i minori del nostro Paese. Nell'ultimo anno - dal 2012 al 2013 - il numero di minori in poverta' assoluta in Italia e' aumentato di 400 mila unita' (+3,5 punti percentuali, dal 10,3 al 13,8%, con un aumento del 34% sul totale). La crescita della poverta' assoluta e' stata piu' marcata nel mezzogiorno (+5,2 punti percentuali, passata dal 13,9 al 19,1, pari al 37% in piu'), ma non ha risparmiato le regioni del nord (+2,9 punti percentuali, dall'8,3 all'11,2%, pari al 35% in piu') e del centro Italia (+2 punti percentuali, dall'8,2 al 10,2%, pari ad un aumento del 24%).
Anche la poverta' relativa e' in aumento, arrivando a quasi 2 milioni 400 mila minori, il 23% del totale e con un aumento significativo di 300 mila unita' in un solo anno, dal 2012 al 2013 (+2,7 punti percentuali, passando dal 20,3 al 23%, con un incremento dell'13%). Se al nord e centro la percentuale di bambini e adolescenti in poverta' relativa e' di poco inferiore al 15% (13,6% e 14,7% rispettivamente), al sud raggiunge quasi il 40%. Tutte le regioni del sud hanno infatti percentuali di poverta' relativa al di sopra della media nazionale, con punte massime in Sicilia e Calabria dove circa la meta' dei bambini e adolescenti sotto i 18 anni vive in poverta' relativa.
Questi i dati diffusi oggi da Save the Children, l'organizzazione che dal 1919 lotta per salvare i bambini e tutelare i loro diritti in tutto il mondo, al fine di lanciare un preciso allarmante appello alle istituzioni: occorre agire subito e con misure realmente concrete e funzionali a fermare il preoccupante e dilagante fenomeno della poverta' minorile in Italia. "Se gli ultimi dati sull'incidenza dei minori in poverta' assoluta e relativa in Italia sono allarmanti, lo e' forse ancor di piu' dover constatare che il nostro Paese si e' caratterizzato negli ultimi anni per una profonda inefficacia degli interventi governativi che sulla carta avrebbero dovuto contrastare questo fenomeno" ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia.
Affiancando infatti i dati su poverta' di reddito, di lavoro e indici di deprivazione - creando quello che a livello europeo viene definito l'indice di poverta' ed esclusione sociale (Arope) - emerge come l'Italia abbia delle percentuali piu' alte di minori a rischio poverta' ed esclusione sociale dell'Unione europea, pari al 28%, dato al di sopra di 6 punti percentuali della media europea e inferiore soltanto a quella rilevata in alcuni nuovi stati membri (Bulgaria, Romania, Ungheria, Lituania) o in paesi particolarmente segnati dalla crisi finanziaria come l'Irlanda e la Grecia. Save the Children manifesta la propria viva preoccupazione per il fatto che, facendo un confronto tra la percentuale dei minori a rischio poverta' misurata prima dell'intervento delle politiche di welfare e la stessa percentuale misurata dopo che le misure sono state erogate, in Italia si ha una flessione di appena 7 punti percentuali (dal 33,1 al 26%), collocando il nostro paese notevolmente al di sotto della media europea (14 punti percentuali).
Al contrario in Paesi come l'Irlanda e UK, dove la percentuale di minori a rischio poverta' sarebbe molto alta (si stima che in UK quasi un minore su due, il 45%, sarebbe in condizioni a rischio poverta' senza le politiche di welfare adottate dal Governo), gli interventi messi in campo per contrastare la poverta' sono molto piu' efficaci riuscendo a ridurre tale percentuale rispettivamente di 32 e di 26 punti percentuali. Lo stesso avviene nei paesi scandinavi (in particolare Finlandia e Svezia) e in Austria.
"Non si tratta quindi - continua Neri - solo di un problema di quantita' di risorse messe a disposizione per interventi e politiche per la riduzione della poverta' - risorse che sono andate diminuendo drasticamente e che solo nell'ultimo anno hanno registrato un'inversione di tendenza - ma soprattutto di come queste risorse vengono spese e di quanto siano efficaci nel riuscire a far emergere dal rischio di poverta' i minori del nostro Paese". Come suggerisce la stessa Commissione europea, in quasi tutti i Paesi, a sistemi universali di sostegno al reddito che riducono l'impatto della poverta' sulle famiglie si aggiungono interventi concentrati proprio sui minori perche' tra i gruppi maggiormente esposti al rischio poverta', mirando quindi ad un target specifico proprio per evitare il loro scivolamento nella fascia di poverta'.
"Al momento il nostro Paese - commenta Raffaela Milano, direttore Programma Italia- Europa di Save the Children - spicca per l'assenza di strategie complessive specificatamente mirate a contrastare il fenomeno tra i bambini e gli adolescenti, quali il supporto al reddito e l'occupazione delle famiglie, i congedi parentali, sovvenzioni per la casa e servizi per l'infanzia, mentre le misure messe in campo negli ultimi anni dal governo italiano non sono state in larga parte implementate: basti pensare al Sostegno d'inclusione attiva (Sia) o alla social card, i cui criteri di accesso per le famiglie sono risultati talmente farraginosi da non consentire di raggiungere il tetto dei beneficiari che si era stabilito". Al fine di rimettere il contrasto alla poverta' minorile al centro dell'agenda politica, Save the Children - che con altre realta' associative aderisce all'alleanza di lotta alla poverta' e alla comune proposta di istituire un reddito di inclusione sociale per tutte le famiglie che vivono la poverta' assoluta in Italia - chiede con forza che venga istituito uno strumento universale di lotta alla poverta', scongiurando il rischio che l'Italia rimanga l'unico paese dell'Unione europea ad esserne priva, visto che anche la Grecia sta avviandosi in questa direzione.
"In particolare - continua Raffaela Milano - riteniamo essenziale potenziale e avviare la sperimentazione del sostegno per l'inclusione attiva su tutto il territorio nazionale, incrementando significativamente la copertura prevista dalla legge di stabilita' 2014 e procedere all'immediata utilizzazione dei fondi previsti dal DL 76/2013 (168 milioni di euro) per l'estensione a tutto il mezzogiorno della sperimentazione precedentemente avviata in 12 citta'". Inoltre, Save the Children ritiene prioritario un intervento del Governo per strutturare un piano di azione nazionale di contrasto alla poverta' minorile, che poggi su alcuni pilastri fondamentali, quali: un utilizzo mirato ed adeguato dei fondi strutturali europei per la nuova programmazione 2014-2020 con una specifica attenzione alla tutela dei diritti dell'infanzia; il rafforzamento dei servizi dedicati al sostegno alla genitorialita', all'infanzia e all'adolescenza e il loro accesso alle famiglie in condizioni di poverta'; la concretizzazione dell'impegno del governo sul tema del rafforzamento della rete dei servizi per la prima infanzia, garantendo il rifinanziamento e l'erogazione effettiva dei fondi per arrivare ad una copertura del 33% entro il 2020. "La poverta' minorile- conclude Valerio Neri- riveste ormai un'importanza fondamentale in tutti gli stati europei e ci auguriamo che il nostro Governo, in occasione della prossima conferenza europea del 9 ottobre organizzata dalla Commissione europea sul tema della poverta', voglia dare priorita' al fenomeno riportandolo al centro dell'agenda del semestre europeo e partendo dalla messa in atto di misure concrete".
(DIRE)