Lombardia, un minore su cinque a rischio povertà
MILANO - In Lombardia, i minori che vivono in condizione di povertà relativa sono il 14%. Seppure inferiore di 7,5 punti alla media nazionale si tratta di una questione rilevante e da non sottovalutare; così come non va sottovalutato che i minori a rischio povertà ed esclusione sociale in Lombardia sono il 22,8%. In regione permane critica l’esigibilità del diritto allo studio e all’educazione per i bambini e i ragazzi con disabilità e sono tuttora evidenti importanti difformità territoriali nell’offerta di servizi di tutela della salute, in particolare per maternità e prima infanzia. La Lombardia, inoltre, è la seconda regione italiana, per numero di presenze di minorenni migranti soli: il 7,8% del totale delle presenze (973 nel 2018). Sono alcuni dati emersi dal rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia: i dati regione per regione 2018” curato dal "Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza", presentato a Milano lo scorso 13 giugno nell’ambito di un evento organizzato dal Cnca Lombardia a nome e in collaborazione con le altre organizzazione del network "Crc".
“Il Cnca Lombardia e le organizzazioni lombarde del gruppo Crc si impegnano a mantenere alta l’attenzione, affinché le politiche e le azioni delle istituzioni siano sempre più coerenti e rispettose dei diritti dei bambini e dei ragazzi e delle loro famiglie - commenta Liviana Marelli, responsabile infanzia e adolescenza del Cnca Lombardia -. Garantiamo inoltre il nostro impegno a collaborare con gli enti preposti per co-costruire luoghi del confronto e della sussidiarietà”.
Il gruppo Crc della Lombardia ha predisposto anche una serie di richieste alle istituzioni lombarde: la convocazione del “tavolo tutela” per il monitoraggio dell'applicazione delle linee guida dell'affido; l'istituzione di un Osservatorio regionale della salute in età evolutiva e di un Osservatorio regionale della disabilità; la pubblicazione di un rapporto annuale che informi gli operatori e i cittadini lombardi sui bisogni ancora inevasi e le iniziative di risposta messe in atto; l’integrazione del Registro nazionale degli studenti con i Registri Regionali per identificare tutti i ragazzi in età dell’obbligo che non frequentano la scuola o impegnati in formazione professionale o in apprendistato. (dp)