In Piemonte accoglienza al collasso: strutture sature, i profughi se ne vanno
TORINO - In Piemonte, la rete d’accoglienza ai profughi si sta pericolosamente avvicinando al punto di rottura. Se nelle prossime ore non verranno velocemente individuati nuovi centri di prima accoglienza, la regione potrebbe trovarsi a fronteggiare una delle peggiori crisi degli ultimi anni. Solo nelle ultime 48 ore, ben 400 migranti sono approdati nel centro della Croce rossa di Settimo Torinese: arrivati in autobus dalla Sicilia e dalla Calabria, hanno trovato la struttura ormai satura, tanto che ieri un gruppo di somali appena arrivati assieme a un altro centinaio di profughi ha deciso di abbandonare su due piedi l’Italia, dirigendosi al capolinea dei bus per riprendere il viaggio in direzione nord Europa.
Non va meglio nel resto della regione, dal momento che le strutture d’accoglienza distribuite nelle altre sette province (Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania e Vercelli) sono altrettanto sature. Degli ultimi cento richiedenti transitati a Settimo, soltanto una ventina hanno potuto essere smistati tra Cuneo e Alessandria; mentre da Asti il ministero della Difesa rende noto di aver appena concesso ai colleghi dell’Interno la caserma di Castel Cannone, che a breve verrà riconvertita in un nuovo mini hub da 150 posti per il transito e la prima accoglienza, sul modello del “Fenoglio” di Settimo: la gestione dovrebbe essere affidata a una rete di associazioni locali, coordinate dalla Croce rossa.
Nel frattempo, le Prefetture di tutta la regione cercano di far rete con la Caritas e con le onlus sparse sul territorio, nel tentativo di trovare al più presto nuovi posti per accogliere i migranti. I quali, sempre più spesso decidono di abbandonare l’idea di chiedere asilo in Italia, sperando di trovare maggior fortuna in Germania e nei paesi scandinavi. Da questo punto di vista, appaiono quasi surreali le proteste lanciate da Forza nuova e da altri gruppi della destra locale, che sabato scorso a Settimo si sono riuniti davanti ai cancelli del “Fenoglio”, protestando per l’arrivo di altri 260 profughi dietro uno striscione che recitava: “basta immigrazione, prima gli italiani”. Nelle stesse ore, una contromanifestazione è stata organizzata dall’Anpi e dai sindacati: ma mentre lo scontro ideologico continua a imperversare per tutto il paese, sembra siano i migranti a non volerne più sapere di fermarsi qui. (ams)