In viaggio con Elisa sul treno accessibile
Elisa Bortolazzi
SAN FELICE SUL PANARO (MO) – Trenta minuti di viaggio, sempre gli stessi, ma con un sapore nuovo. Stamattina Elisa Bortolazzi ha fatto il tanto agognato “viaggio prova”. C’erano tutti alla stazione di San Felice sul Panaro, dai genitori della studentessa ai rappresentanti di Rfi e poi l’assessore comunale ai Servizi sociali Luisa Mestola, il responsabile nazionale delle Sale Blu delle Ferrovie italiane Giampiero De Luca, Valeria Mucciarelli e Amedeo Santonicola della Sala Blu di Bologna e Gianfranco Parenti di Tper, l’azienda di trasporti dell’Emilia-Romagna. In lotta da un anno con le ferrovie a cui aveva chiesto di rendere accessibile ai disabili la stazione del suo paese, Elisa ha infatti percorso, con la supervisione delle ferrovie, quello che è stato definito “viaggio zero”.
Si apre così una collaborazione tra il Comune della provincia di Modena, che si impegna inoltre in caso di guasti agli ascensori della stazione ad avvisare tempestivamente la Sala Blu di Bologna, e la Tper. Sarà il personale in servizio sui treni Tper che transitano da San Felice sul Panaro ad avere il compito di aiutare Elisa – che si sposta su una sedia a ruote – a superare il dislivello tra il marciapiede e la pedana del treno, accompagnarla al suo posto all’interno dell’unica carrozza attrezzata e agganciarle la cintura di sicurezza. Un vagone di ogni treno è infatti accessibile per le sedie a ruote: una semplice cintura (come quella delle macchine) con cui mettono in sicurezza Elisa e il gioco è fatto. Accanto a lei un sistema di Sos, un pulsante rosso da schiacciare se si ha bisogno di qualcosa, ad esempio essere accompagnata in bagno che è accessibile per disabili e si trova proprio di fronte alla postazione organizzata. A Bologna invece a “liberare” Elisa dalla cintura e farla scendere dal treno pensa il servizio della Sala Blu, dove successivamente viene accompagnata.
Stesso iter, ma al contrario, a Bologna per il viaggio di ritorno: per salire sul treno Elisa si affiderà ai servizi della Sala Blu, per scendere sarà nelle mani del personale di bordo. Grande soddisfazione dunque per la giovane che si dice “contenta” della soluzione trovata dalle ferrovie, anche se non prevede l’installazione delle rampe da lei richieste (non ritenute necessarie da Rfi) per poter uscire dalla stazione anche in caso di malfunzionamento degli ascensori, e che le permette di viaggiare da sola da casa a Bologna, dove studia Giurisprudenza all’università.
Dal 24 febbraio, quando riprenderanno le lezioni, la ventenne inizierà a viaggiare in autonomia. Resta comunque il fatto che Elisa potrà viaggiare solo sui treni locali di Tper che coprono la tratta Bologna- Poggio Rusco poiché sono gli unici accessibili (gli altri sono troppo alti per salire senza un elevatore, di cui la stazione di San Felice non è comunque dotata). Ciò significa: un treno ogni mezz’ora la mattina, poi uno ogni ora (sabato e domenica esclusi perché ce ne sono ancora meno) e dovrà comunque prenotare il servizio alla Sala Blu di Bologna, comunicando sempre su quale treno. È stata prevista però la possibilità di prenotarli di settimana in settimana, o anche ogni 15 giorni.
“Anche dovendo prenotare il viaggio è già una vittoria per una battaglia che è stata sostenuta dal corpo docenti dell’Università e in particolare la professoressa Nicoletta Sarti, dai giornalisti che hanno raccontato la mia storia, dalla mia famiglia e dai miei compagni di corso – dice Elisa – La disponibilità del governo è stata fondamentale, così come l’impegno preso da Rfi. Quando diventerò magistrato sarà merito di tutti”. Nel secondo semestre Elisa andrà a lezione 3 volte la settimana e, insieme a Rfi e Tper, ha già controllato gli orari più utili per organizzare un piano di viaggio.
Da Rfi intanto sottolineano che non si tratta di un piano pensato ad hoc per Elisa ma che da oggi in poi la stazione di San Felice sul Panaro sarà accessibile, con questa metodologia che sfrutta al meglio la struttura e che prevede la collaborazione con la Sala Blu di Bologna, a tutti i viaggiatori disabili che partono da lì o vi arrivano: un progetto pilota in via sperimentale che parte proprio dalla provincia di Modena. (irene leonardi)