25 novembre 2016 ore: 11:17
Economia

Incidenti sul lavoro, novità nel decreto fiscale: la rendita Inail è “risarcitoria”

Finora la rendita erogata per infortuni sul lavoro o malattie professionali era esente da imposizione fiscale solo per un “orientamento amministrativo e giuridico consolidato”. Adesso il decreto ne riconosce la natura risarcitoria. Bettoni (Anmil): "Grande vittoria per oltre 755 mila beneficiari"
Sicurezza e incidenti sul lavoro, uomo su precaria impalcatura

ROMA – La rendita Inail ha natura risarcitoria e quindi non costituisce reddito: è un riconoscimento fondamentale quello che arriva da un emendamento al decreto fiscale (collegato alla manovra di bilancio) e che annuncia con soddisfazione il presidente di Anmil Franco Bettoni, dopo l’approvazione in Senato del testo del disegno di legge di conversione. Testo che recepisce una misura elaborata dalla stessa Anmil e sostenuta, nel passaggio alla Camera, dal relatore Giovanni Sanga. 

Ma in cosa consiste questa novità e perché è così importante per chi ha subito un infortunio sul lavoro o contratto una malattia professionale? Finora la rendita erogata da Inail è stata esente da imposizione fiscale, non in virtù di un vero e proprio riconoscimento giuridico, ma “in forza di un orientamento amministrativo e giurisprudenziale consolidato”, riferisce Anmil. “Tuttavia era necessario che tale principio fosse riconosciuto anche e principalmente in un provvedimento di rango legislativo, senza il quale non era escluso che la rendita potesse essere toccata da misure di diverso indirizzo”, continua l’associazione.

Ora il decreto, riconoscendo la rendita come prestazione economica di natura risarcitoria del danno, esclude decisamente che questa possa concorrere alla formazione del reddito complessivo ai fini tributari. “Una grande vittoria - ha precisato il presidente nazionale Anmil Franco Bettoni - che mette in chiaro una volta per tutte che la rendita Inail non è una fonte di ricchezza, ma il risarcimento per un danno subito dal lavoratore e, in quanto tale, non può essere contemplata nel reddito di chi la percepisce”. Una vittoria che interessa un’ampia platea di beneficiari, visto che al 31 dicembre 2015, le rendite gestite dall’Inail erano oltre 755 mila, con 16.993 nuove costituzioni solo lo scorso anno. 

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