I "Giovani per la Pace" a Berlino. Sant’Egidio: “Una generazione poco ascoltata”
“In questi anni il movimento dei Giovani per la Pace è cresciuto e ha lasciato un segno in tante città d’Europa, dell’Africa, dell’America latina, dell’Asia, dando voce a tanti sogni e speranze di una generazione che viene poco ascoltata - ha affermato Impagliazzo -. Aver fatto della pace la bandiera e la lotta di ogni giorno è un segno di novità nel mondo di oggi, segnato dalla logica pervasiva della guerra che porta solo alla morte: dalle guerre combattute con le armi a quelle più piccole di ogni giorno che appaiono normali e che fanno credere che l’unico modo per vincere sia quello di offendere, gridare, rimproverare gli altri. Ma noi sappiamo che non si può dare agli altri il peggio. Agli altri, a cominciare da poveri, va dato il meglio di noi”, ha concluso Impagliazzo.
I giovani hanno parlato del loro impegno, durante tutto l’anno, nelle periferie, con i bambini in difficoltà, i senza dimora, gli anziani soli, ma anche delle loro vacanze solidali, passate da molti con i rifugiati nei campi profughi della Grecia e di Cipro. Un grande evento europeo per la pace molto sentito, in un tempo segnato da guerre terribili, come quelle a Gaza e in Ucraina. E proprio dall’Ucraina (da Kiev, Leopoli, Ivano-Frankivsk e Kharkiv) sono giunti un centinaio di ragazze e ragazzi che hanno testimoniato come la solidarietà nei confronti degli sfollati e di tante altre persone che soffrono per la guerra è la prima azione che crea la pace. Ma si è parlato anche di ecologia, migrazioni, povertà nella città dove 35 anni fa un muro è caduto, esempio della forza della democrazia, del dialogo e della ricerca di vie pacifiche di cambiamento, segno di speranza per il futuro.
Nel pomeriggio i giovani si raduneranno nei pressi della Porta di Brandeburgo per un momento di commemorazione al Memoriale delle vittime Sinti e Rom del nazionalsocialismo, per rinnovare il loro impegno a contrastare ogni forma di violenza e razzismo.