13 novembre 2023 ore: 11:22
Salute

Infermieri e ostetriche sempre più avanti con l’età. Nursing Up: “Corsie sempre più vuote”

L’allarme del sindacato che presenta i dati dell’invecchiamento nelle corsie: più della metà del personale ha oltre 55 anni e mancano all’appello circa 175mila infermieri. De Palma:“La sanità italiana perde i pezzi e i vuoti continuano a non essere colmati”
Paolo Righi infermieri_@Paolo Righi

L'installazione dedicata agli infermieri

ROMA - “Siamo di fronte ad un dato incontrovertibile: il 56% del personale dell’assistenza ha oggi più di 55 anni. È il momento di riflessioni doverose (e di azioni concrete), più che mai indispensabili per denunciare ancora una volta agli occhi della collettività quanto accade in questo delicato momento storico, dove i nostri professionisti, da Nord a Sud, all’acme dei disagi e del malcontento, sono pronti a mobilitare legittime manifestazioni di protesta”. Così Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up che in una nota lancia l’allarme sull’età sempre più avanzata di infermieri e ostetriche negli ospedali italiani. 
 
“Il sunto dei nostri report è agghiacciante – spiega il sindacato -: infermieri sempre più anziani e spesso costretti a rimanere a casa, con corsie di conseguenza sempre più vuote (tra fughe all’estero, dimissioni, pensionamenti e carenza di personale sempre più grave) per una professione che sembra non avere più linfa vitale a cui attingere per ripartire. La sanità italiana perde i pezzi giorno dopo giorno, e i vuoti continuano a non essere colmati”.
 
Le criticità evidenziate dal sindacato degli infermieri sono molte. “Si parte dalla pericolosa lacuna del mancato ricambio generazionale – si legge nella nota -: entro il 2024, ben 14mila infermieri raggiungeranno i requisiti per andare in pensione: ma dove sono gli indispensabili e tanto attesi ricambi che dovrebbero gioca forza fare il paio con un piano concreto di valorizzazione economico-contrattuale per arginare l’emorragia di personale? Si pensi che ogni anno si laureano tra 10mila e 11mila infermieri, tolti quelli che scappano subito all’estero, quelli che si impiegano nel privato e quelli che scelgono la libera professione, ne restano circa 7 mila che, solo potenzialmente, potrebbero mettersi a disposizione del Ssn. Ci si ritrova, quindi, con ben 7mila infermieri in meno rispetto a coloro che lasciano il servizio. Ovviamente questi numeri si sommano alle svariate decine di migliaia di infermieri persi per strada negli anni precedenti”.
 
Un’altra criticità è la fuga all’estero degli infermieri. “Sono 7mila gli infermieri fuggiti all’estero nell’ultimo triennio – si legge nella nota -, lo dicono le agenzie specializzate. A questi si collega, ahimè, quel 10,5% di iscrizioni in meno ai test di infermieristica, e il triste dato che racconta che per la prima volta dal 2011, il numero di tale tipologia di laureati è sceso sotto 10mila. Nel dettaglio, i laureati sono 11.436 sui 15.464 posti messi a bando, pari al 74%. Valore questo che è sceso dall’81% del 2013 al 69% del 2020 e al 67% del 2021. Tra le principali ragioni la difficoltà, nell’ultimo biennio, di assicurare il tirocinio per gli studenti e terminare così in tempo il percorso formativo. Infine, problema che non è meno grave, ecco un buon 44% di dimissioni volontarie dal Ssn (numeri aggiornati al 2021) di professionisti sanitari, dei quali la maggior parte sono infermieri”. Secondo il sindacato, quindi, mancano all’appello circa 175mila infermieri. 
 
© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news