25 maggio 2015 ore: 12:23
Disabilità

Insegnante di sostegno a tempo? Nicoletti: "In ballo la vita dei nostri figli difficili"

Dura risposta all'editoriale di Sofri e a chi si oppone alla riforma del sostegno scolastico. “Possibile che a fronte di un tema così estremo venga considerata prioritaria la soddisfazione sindacale dei professori?”. E Fish lancia una “contro campagna”
Insegnate sostegno e alunno, scuola

ROMA – Solo chi conosce da vicino la disabilità, soprattutto quella più complicata, può capire quanto assurda sia la posizione di Sofri e di chi, come lui, si sta opponendo ai tentativi di riforma del sostegno scolastico operati dal governo. E' quel che pensa Gianluca Nicoletti, giornalista e papà di uno di quei ragazzi che in classe “disturbano” soltanto, se non hanno vicino un insegnante seriamente preparato e profondamente motivato. E proprio perché sa quanto complicato sia stare accanto a ragazzi come Tommy, Nicoletti sul suo blog critica duramente la posizione espressa giorni fa da Adriano Sofri su Repubblica: una posizione che prendeva di mira alcuni nodi centrali del ddl scuola e, prima ancora, della proposta di riforma presentata dalla Fish. Per Sofri, in poche parole, l'insegnante di sostegno dovrebbe rimanere un'opzione reversibile, com'è adesso, con la possibilità. Sempre aperta, di accedere ad altri ruoli. Non solo: anche un'eccessiva specializzazione sulle patologie va guardata con sospetto, secondo Sofri: perché si rischia una “medicalizzazione” della disabilità a scuola, contraria allo spirito di “inclusione” che, invece, dovrebbe prevalere. Non è affatto d'accordo Nicoletti, né sul primo né sul secondo punto.

Sostegno a tempo”, una “pacchia” che deve finire. Per quanto riguarda la “reversibilità” del sostegno, “che gli insegnanti si preoccupino non mi stupisce - commenta Nicoletti - sarebbe la fine di una pacchia che permette a parecchi di loro (non dico tutti) di velocizzare con la scorciatoia del sostegno le loro carriere, facendo finta per un periodo di tempo di avere competenza nel trattare soggetti disabili”. E a Sofri, Nicoletti spiega: “Occuparsi di un ragazzo come il mio non è una simpatica esperienza da provare per sentirsi migliori, non è come un corso di Tai Chi o qualche giorno di volontariato in periferia. Soprattutto non deve occupare un insegnante a patto che riesca a suscitare idee e stimoli, salvo poi mollare tutto quando si accorge di non essere adatto a quel lavoro”. Da genitore, poi, Nicoletti testimonia che “non ne possiamo più di telefonate a casa perché il ragazzo è agitato, di vedere i nostri figli buttati in un corridoio, in un cortile, di dovere essere noi a spiegare, a convincere, a pregare come fosse una carità di non tenere i ragazzi in parcheggio durante l’orario scolastico con la scusa che nessuno sa esattamente come comportarsi con loro”. 


Formazione e specializzazione. Alla questione della “reversibilità” o meno del sostegno, è strettamente legata quella della formazione degli insegnanti e della loro specializzazione. E anche su questo, Nicoletti è categorico, per esperienza: “Se non abbiamo un sostegno specializzato professionalmente, e di continuo aggiornato, nostro figlio sarà sempre visto come un disturbo, un impiccio al lavoro di classe. Nella migliore delle ipotesi sarà tollerato per misericordia, ma sempre con estrema umiliazione per lui e per noi”. E' quindi intollerabile che, “a fronte di un tema così estremo, come l’esistere sociale di esseri umani venga, considerata prioritaria la soddisfazione sindacale dei professori”, mentre “ le famiglie sono così sfibrate dalla gestione quotidiana, come dalla loro battaglia per la sopravvivenza, che nemmeno hanno voce per farsi sentire”. 

La “contro campagna” della Fish. E proprio per far sentire la voce delle famiglie e rivendicare, con forza, il diritto a un sostegno davvero capace di includere, Fish ed Edf (European disability forum) hanno lanciato una campagna, o meglio una “contro campagna”, in risposta agli articoli apparsi in questi giorni su Repubblica: Sofri, giovedì scorso, ma anche Zunino, il giorno successivo. “Una campagna – spiega Fish - anche mediatica, contro la riforma del sostegno da noi auspicata”. L'invito è quindi a scrivere alla redazione del quotidiano Repubblica, criticando le posizioni espresse dai due giornalisti e sostenendo la proposta di Fish. A questo scopo, la federazione ha diramato, insieme alla nota, una bozza di replica: “Le polemiche di alcune organizzazioni di docenti contro la riforma del sostegno – si legge - sconcertano e amareggiano i genitori di quegli alunni ed ex alunni che la scuola italiana non ha incluso, ma discriminato anche rispetto agli alunni con altre disabilità. La scuola deve essere innanzi tutto degli alunni, compresi quelli con gravi disabilità di apprendimento, gli invisibili fra gli invisibili, gli ultimi fra gli ultimi. Anche loro sono cittadini a pieno titolo, e meritano opportunità di apprendimento e di sviluppo insieme ai coetanei”. (cl)

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