Intimidazione a Tiberio Bentivoglio, "contro i vigliacchi servono gesti concreti"
Il negozio di Tiberio Bentivoglio distrutto dall'incendio
Il negozio di Tiberio Bentivoglio distrutto dall'incendio |
REGGIO CALABRIA - Inizierà a breve la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, convocata d’urgenza dal prefetto Claudio Sammartino di Reggio Calabria. Una decisione presa in seguito all’ultimo gravissimo atto intimidatorio verificatosi ai danni del commerciante reggino Tiberio Bentivoglio a cui ieri sera hanno distrutto il negozio di articoli sanitari. Un episodio criminale che arriva dopo una lunga sequenza di intimidazioni contro commercianti e imprenditori della città che sta minando profondamente la serenità dell’intera comunità reggina. All’incontro che si terrà in prefettura, parteciperanno insieme a Bentivoglio, magistrati, esponenti delle forze dell’ordine e il sindaco della città dello Stretto. “Il messaggio dei clan che da anni lo tengono nel mirino per non essersi piegato al racket è chiaro: ‘Tu non devi riaprire la tua attività, devi rinunciare a fare l’imprenditore. Soprattutto non devi riaprire in pieno centro, dove tutte i negozi sono in mano alla ‘ndrangheta o ad essa pagano il pizzo’. Pensare addirittura di ripartire utilizzando un bene confiscato è una ulteriore sfida che non può essere accettata”. Sono le considerazioni di Mario Nasone, presidente del centro comunitario Agape, che commenta l’ultima terribile minaccia subita da Tiberio Bentivoglio che stava per trasferire la sua attività commerciale in un immobile confiscato ai clan malavitosi del luogo. Il locale gli è stato assegnato dall’agenzia nazionale per i beni confiscati.
“Darla vinta a questi vigliacchi e rinunciare ad andare avanti significherebbe mettere una pietra tombale al movimento anti racket, Reggio-Libera-Reggio che con fatica si sta cercando di fare partire da qualche anno – sottolinea Nasone -. Oppure reagire con una mobilitazione di coscienze, che non si limiti però alla solita solidarietà a costo zero. Vanno bene i sit-in, i comunicati a patto che siano consequenziali e producano gesti concreti. Serve una risposta delle istituzioni, sia a livello repressivo per individuare e perseguire i colpevoli, sia a livello di protezione e sostegno all’attività che Tiberio Bentivoglio nonostante tutto vuole riprendere”. Nasone propone: “Sarebbe un segnale concreto l’erogazione da parte di comune, provincia e regione di un finanziamento straordinario per dare la possibilità a Tiberio almeno di potere ricomprare la merce che è andata distrutta e che doveva servire a riprendere l’attività commerciale nel nuovo esercizio”.
Tiberio Bentivoglio |
Per Confindustria Reggio Calabria le ‘attenzioni’ della criminalità organizzata nei confronti dell’imprenditore Bentivoglio “destano particolare inquietudine e profonda amarezza, poiché colpiscono una persona che con grande coraggio da sempre conduce la propria attività imprenditoriale nel pieno rispetto della legalità e, soprattutto, respingendo e denunciando qualsiasi forma di condizionamento mafioso. Per questo oggi è indispensabile che la comunità civile faccia sentire la propria voce e che le istituzioni intervengano subito con azioni concrete a sostegno di quanti, proprio perché hanno il coraggio di denunciare, non possono essere lasciati soli”. Anche gli industriali reggini sono convinti che “servano atti tangibili in grado di contenere questa interminabile escalation criminale e, al tempo stesso, misure concrete a sostegno degli imprenditori reggini che, nella stragrande maggioranza, come Bentivoglio chiedono solo di poter svolgere liberamente la propria attività ma, quotidianamente, devono fare i conti con una realtà indegna di un Paese civile”. Emma Leone, presidente dell’associazione Re-Evolution di Lamezia che ha anche ospitato Bentivoglio per la presentazione del suo libro “Colpito” in cui racconta la sua lunga lotta contro la ‘ndrangheta, sostiene: “Noi cittadini attivi abbiamo il dovere di vegliare su cosa sta accadendo nei nostri territori, non possiamo lasciarci catturare da qualche giovane ‘prepotente’ che impone la sua presenza con atti vandalici. I volti di una Calabria bella e pulita sono molti di più: dobbiamo solamente farci vedere, farci sentire. Immagino cosa e come sta vivendo Tiberio questo ennesimo atto. Queste azioni sfiancano, per un attimo ti portano via tutte le energie e ti tolgono la speranza. Ma, a mente fredda chi subisce sa che non può mollare, sa che ha scelto una strada non facile da percorrere, sa che è sotto i riflettori della criminalità ma sa anche che andrà fino in fondo, sa che non si arrenderà mai allo strapotere malavitoso”. (msc)