12 agosto 2013 ore: 14:09
Economia

Investire nel sociale: così si misura quanto rende

L'università Bocconi ha misurato in termini economici il valore dell'iniziativa di Fondazione Magnoni "Un campo nel cortile". L'indice scelto si chiama Social return on investment, il rating sociale
Welfare, spesa sociale: montagna di soldi

MILANO – Qual è il prezzo delle relazioni sociali create da un nuovo campetto da calcio nella profonda periferia di una città lombarda? Uno studio del Cresv (Center for research on sustainability and value) dell'università Bocconi prova a dargli un "prezzo", con l'intento di per calcolare quanto ha "reso" in termini sociali la sua costruzione. Perché anche l'impatto sociale può essere misurato. Il metodo di calcolo si chiama Social return on investment (Sroi): ritorno dell'investimento sociale ed è tra i più diffusi nel panorama internazionale, dove è comparso per la prima volta cinque anni fa.

BOXClodia Vurro, ricercatrice del Cresv, ha apllicato il modello al progetto "Un campo nel cortile" (http://www.uncamponelcortile.it/). Nato nel 2004 a Gratosoglio, periferia sud di Milano, in otto anni ha portato in 14 parrocchie del milanese, della provincia di Novara e Varese, 16 nuovi campi da calcio di ultima generazione. A sostenere l'iniziativa è stata Fondazione Magnoni, che poi ha ceduto alle singole società sportive oratoriali la gestione dei campi. Ogni struttura può essere affittata da privati che pagano una somma che è sufficiente a ripagare il mutuo decennale aperto da Fondazione Magnoni con Banca etica per la concessione del campo ad ogni singola realtà. E così il progetto garantisce una sostenibilità economica: "Gli introiti sono poi reinvestiti sempre con finalità sociali dalle società sportive", spiega Vurro. Ma come si può misurare il ritorno sociale sul territorio? Il Social return on investment propone un'equazione che tiene conto dei benefici sociali meno costi operativi, divisi per il capitale investito.

Nel caso del progetto "Un campo nel cortile", è emerso che per ogni 100 euro investiti, 4,3 ritornano in termini di relazioni sociali. Numeri che hanno portato Fondazione Magnoni a trovare nuovi partner al Sud Italia e a immaginare di arrivare a un totale di 50 campi. "Non esistono ancora valori di riferimento per capire se un progetto ha un buon ritorno oppure no – analizza Vurro -. Le organizzazioni possono continuare a fare misurazioni nel tempo e su progetti diversi per rendersi conto dell'evoluzione". Neanche sul panorama internazionale esistono "agenzie di rating" dei progetti sociali che prendano come valore di riferimento lo Sroi. L'ultimo esempio, valido solo per il microcredito e basato su un calcolo differente dallo Sroi, si chiama Charity navigator (www.charitynavigator.org/) e propone degli indicatori dei quali tenere conto per valutare le possibilità di ritorno sociale di un progetto.

"In Italia siamo ancora agli inizi della valutazione dell'impatto sociale – nota Vurro – ma non possiamo dire di essere all'anno zero. Le risorse sempre più scarse e la grande concorrenza hanno  portato naturalmente il mercato a trovare strumenti per gestire meglio quel poco che c'è. È la congiuntura economica che sta guidando questa trasformazione, anche nel mondo del sociale. Sono tutti chiamati a cambiare metodologie di gestione, per trovare un linguaggio comune che possa far parlare domanda e offerta". (lb)

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