Iraq, cristiani perseguitati. L'arcivescovo di Baghdad: "Non è una questione religiosa"
MILANO – "Non è una questione religiosa tra cristiani e musulmani. Qui c'è una questione geopolitica. Questo Isis non è nato da nulla". A parlare è l'arcivescovo cattolico latino di Baghdad, Jean Sleiman, nel Paese dal 2000. La situazione è sempre peggiore: i cristiani di Mosul, Qaraqosh e della piana di Ninive, si stanno spostando tutti verso il Kurdistan, spinti dall'avanzata dell'Isis, il califfato dell'Iraq islamico del Levante, nato dall'armata di Abu Bakr al-Baghdadi, ex miliziano di al Qaeda. Oltre 200 mila sarebbero le persone in fuga solo nelle ultime 48 ore. L'Onu si prepara a dover gestire circa 1,5 milioni di sfollati, ha comunicato il viceministro Lapo Pistelli rientrato da una missione in Iraq. L'Italia contribuirà con un contributo di 250 mila euro al Programma alimentare mondiale (Pam) la distribuzione per i prossimi due mesi di cibo e di razioni alimentari a 43 mila sfollati interni del governatorato di Ninive. Pare che ad aggravare la situazione ci sia la parziale chiusura della frontiera con la Turchia. "Non è la prima volta – continua l'arcivescovo Sleiman -, ci sono giorni in cui la tengono chiusa, a quanto ci raccontano".
La persecuzione dei cristiani di Mosul ha ripercussioni in tutto il Paese. "Le nostre chiese sono molto attive per raccogliere cibo da destinare a queste persone", dice l'arcivescovo. La Caritas è molto impegnata su questo fronte. A questo si aggiunge il problema psicologico e il trauma che questo dramma provoca sulla coscienza dei cristiani: "Vengono dai preti a chiedere di spiegare tutto il mistero del male. In queste occasioni s'insinua l'eterna domanda dov'è Dio e che cosa sta facendo".
Intanto in Italia si stanno moltiplicando le iniziative di sostegno ai cristiani in Iraq. Asia News, l'agenzia di stampa del Pontificio istituto missioni estere (Pime), ha lanciato la campagna "Adotta in cristiano". "Per dare da mangiare a un cristiano di Mosul per un mese – si legge sul sito di Asia News - occorrono 160 euro; per una settimana ne bastano 40; per un giorno, soltanto 5 euro. Invitiamo tutti i nostri lettori e amici a contribuire, ad andare oltre l'indignazione e la condanna esprimendo la nostra solidarietà al sostentamento dei cristiani iracheni. I fondi raccolti saranno inviati al Patriarcato di Baghdad, che provvederà a distribuirli secondo i bisogni di ogni famiglia". Per donare, tutte le informazioni si trovano a questo link. (lb)