Iraq, Intersos: "Situazione drammatica". Servono cibo, acqua e alloggi
ROMA - Gli operatori Intersos ad Erbil, in queste ore stanno lavorando per garantire l’assistenza necessaria alle decine di migliaia di sfollati in fuga dalla violenza che sta colpendo le minoranze etniche e religiose in seguito all’occupazione armata del nord e centro Iraq ad opera del gruppo jihadista Isis. Un primo cargo umanitario messo a disposizione del team d’emergenza Intersos è atteratto ieri ad Erbil, nel Kurdistan iracheno, e un secondo è in arrivo oggi, grazie alla consolidata collaborazione con il sistema Unhrd (United Nations humanitarian response depot) e con Un-Ocha (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs). Il volo, partito dalla base Unhrd di S.Vito dei Normanni, ha trasportato ad Erbil aiuti umanitari (tende, coperte, beni di prima necessità) che permetteranno allo staff di Intersos di accogliere ed aiutare le famiglie sfollate in arrivo, in fuga dalla drammatica situazione del nord Iraq.
Il team di Intersos da settembre 2013 è operativo nell’area di Erbil, nel Kurdistan iracheno, per dare assistenza alle migliaia di rifugiati arrivati dalla Siria e in queste ore sta lavorando per rispondere alla sempre più preoccupante condizione umanitaria delle migliaia di sfollati in fuga e per assicurare una risposta umanitaria, nonostante la situazione di sicurezza sia di grande difficoltà. Da quando sono iniziati gli sconti nel nord dell’Iraq, all’inizio di giugno, più di mezzo milione di persone è stato costretto a fuggire dalle proprie case, portando ad oltre 1,2 milioni il numero complessivo degli sfollati interni in Iraq.
Nelle ultime settimane, mentre si sono intensificati gli scontri tra le milizie armate Isis e le truppe curde Peshmerga, le condizioni della popolazione civile in fuga si sono rapidamente aggravate: cristiani e yazidi, minoranze etnico-religiose, sono divenuti vittime di violenze, brutalità e massacri settari. Oltre 200 mila persone sono state costrette a fuggire dalla città di Sinjar in seguito all'occupazione armata ad opera delle milizie dell'Isis, migliaia di famiglie sono bloccate sulle montagne, costrette a dover scegliere tra la fame e la disidratazione o essere massacrate dai miliziani. Altre decine di migliaia di persone stanno fuggendo verso il Kurdistan, per cercare rifugio a Erbil e Dohuk.
“Molti arrivano a piedi, con nient’altro che i vestiti che hanno addosso. Ci sono più di 40 gradi qui: donne, bambini, anziani, malati fuggiti per salvarsi, hanno dovuto affrontare condizioni terribili, al limite della sopravvivenza.” racconta Marco Rotelli, segretario generale di Intersos da Erbil “La situazione è davvero drammatica: in Kurdistan ci sono già oltre 230 mila rifugiati siriani e la capacità di accoglienza per le migliaia di sfollati in arrivo in questo momento è messa a dura prova. Stiamo lavorando per garantire l’assistenza umanitaria necessaria, ma i bisogni sono davvero grandi. ”Sono migliaia le persone che necessitano urgentemente di cibo, acqua pulita e alloggi".