23 luglio 2014 ore: 15:00
Società

Iraq, l'ultradestra milanese raccoglie soldi per comprare armi ai cristiani perseguitati

Lo dichiara sul suo sito "Progetto Nazionale", movimento italiano che partecipa alla raccolta fondi attraverso "Fratelli cristiani", gruppo internazionale di cristiani ultratradizionalisti, cattolici ed ortodossi. Ex militari sarebbero in Iraq per addestrare i cristiani
Stefano G. Pavesi/Contrasto Fabbrica di armi: proiettili

MILANO - "Ai nostri cristiani Caldei (soprattutto a quelli di Mosul), Assiri, Mandei e Copti, a differenza di tanti altri buonisti, non offriamo solo le nostre preghiere ed il nostro sostegno politico, sociale e diplomatico ma anche soldi per armarsi e difendersi dal nemico. Ai nostri fratelli cristiani perseguitati e martirizzati, noi non diamo rosari, vestiti e medicine (ci pensano già tanti altri) ma mitra, divise e bombe a mano!". Lo scrive in un post Roberto Jonghi Lavarini esponente dell'ultradestra milanese e tra i promotori del Progetto nazionale, un movimento politico neofascista. Progetto nazionale fa parte di "Fratelli cristiani", un network di associazioni composte da cristiani ultraconservatori, spesso legati a movimenti di estrema destra. Ci sono associazioni francesi con simpatie verso il Front National di Marine Le Pen, associazioni di copti egiziani, russi, serbi e svizzeri. Il loro nemico, come lo chiamano nel post, è l'Islam "wahabita e salafita".

Attraverso una onlus parigina collegata alla Fraternità sacerdotale di San Pio X, "Fratelli cristiani" dona denaro destinato all'acquisto di armi, divise militari, sistemi di videosorveglianza "e tutto ciò che è necessario a garantire maggiore sicurezza alla popolazione". La Fraternità sacerdotale di San Pio X fu fondata nel 1970 da monsignor Marcel Lefebvre, arcivescovo morto scomunicato dalla Chiesa di Roma per le sue posizioni ultraconservatrici che lo portarono a rigettare il Concilio Vaticano II e a ordinare, senza il permesso di Roma, quattro vescovi nel 1988. Nel 2009 papa Ratzinger revocò in parte questa scomunica, accettando nuovamente nella Chiesa di Roma alcuni esponenti del movimento di Lefebvre. In Italia, i lefevbriani hanno sepolto ad Albano laziale, nell'ottobre scorso, l'ex generale SS Erich Priebke.

Per raggiungere i cristiani in pericolo, la onlus francese gira le donazioni ricevute alla Falange cristiano maronita di Beirut, movimento nazionalista libanese. Sono loro poi che acquistano le armi e decidono a quale villaggio in Iraq, Egitto o Siria donarle. "Finora sono state aiutate tre grosse comunità della zona di Mosul", spiega Jonghi Lavarini. La onlus francese protagonista di queste donazioni preferisce restare anonima: "Non fa nulla di male – sostiene l'esponente di estrema destra milanese – e non è in cerca di pubblicità".

Oltre a fornire il denaro per le armi, l'associazione "Fratelli cristiani" "ha mandato nelle zone sia soldati, che consiglieri militari – prosegue Jonghi Lavarini -. I primi vengono da Svizzera, Francia e Serbia, mentre tra i consiglieri militari ci sono ex ufficiali della Folgore italiana".
L'aspetto culturale legato a questo movimento che più interessa Jonghi Lavarini è il passaggio di queste associazioni "dall'influenza della Chiesa di Roma a quella di Mosca, nuova Costantinopoli". Infatti secondo questi gruppi Papa Francesco per ora sarebbe stato troppo morbido riguardo le persecuzione subita dai cristiani, al contrario del Patriarca Cirillo I di Mosca, che sarebbe invece molto più attento al tema. (lb)

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