28 ottobre 2016 ore: 15:47
Società

Isis, Chaouki (Pd): "Per combatterlo conoscenza e cooperazione con i musulmani"

"Non dobbiamo concentrare l'attenzione solo sulle daily news sugli attacchi terroristici, ma dobbiamo capire quali sono le cause reali di questo fenomeno. La vera sfida e' capire perche' tanti giovani ragazzi musulmani diventino i peggiori ne...

Roma - "Non dobbiamo concentrare l'attenzione solo sulle daily news sugli attacchi terroristici, ma dobbiamo capire quali sono le cause reali di questo fenomeno. La vera sfida e' capire perche' tanti giovani ragazzi musulmani diventino i peggiori nemici dei Paesi europei in cui sono cresciuti". Cosi' Khalid Chaouki, membro della commissione Esteri della Camera dei Deputati, intervenuto stamattina a Palazzo Giustiniani a Roma all'incontro 'I bambini del Daesh', organizzato nell'ambito del Festival della Diplomazia giunto dopo una settimana di eventi alla sua giornata conclusiva.

L'intervento del deputato dem si e' concentrato principalmente sul fenomeno dei giovanissimi foreign fighters, che decidono di partire per arruolarsi fra i miliziani dell'Isis e combattere al loro fianco nella guerra civile siriana per poi magari tornare ed eseguire attentati nei propri Paesi d'origine.

"Dobbiamo capire cosa e' successo negli ultimi 4 o 5 anni, capire qual e' la narrativa della propaganda, per proteggere i nostri figli e le nostre figlie". Secondo Chaouki per intendere realmente le dimensioni del fenomeno occorre analizzarlo non solo dal punto di vista della sicurezza e dell'intelligence, ma soprattutto a partire dalla cultura religiosa.

"Occorre lavorare per fare in modo che l'Italia diventi un modello per gli altri Paesi europei - prosegue Chaouki - Per questo stiamo discutendo nella prima commissione alla Camera una legge sull'antiradicalizzazione dei giovani. Nel nostro Paese non ci sono gruppi monoculturali e si puo' spingere per una reale integrazione della comunita' musulmana, non dei singoli gruppi nazionali".

Lavorare sulla cultura significa anche far emergere nei media e nel dibattito pubblico "le esperienze positive, che - dice Chaouki - esistono e potrebbero aiutare a far comprendere che le prime vittime dell'IS sono proprio i musulmani, costretti a subire anche atteggiamenti discriminatori nei Paesi europei in cui vivono, perche' sono guardati con sospetto a causa di un'informazione che registra solo gli eventi negativi".

(DIRE)

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