Istat, il Mezzogiorno e le Aree interne perdono più popolazione
ROMA – Il processo di invecchiamento si riverbera in maniera eterogenea nel territorio e presenta caratteristiche contrapposte sia lungo il gradiente Centro-nord e Mezzogiorno, sia nel confronto tra Aree interne e Centri, individuati dalla Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI), sulla base della distanza dall’offerta di servizi essenziali (scuole, ospedali, trasporti). Le Aree interne sono caratterizzate, nel lungo periodo, da un progressivo invecchiamento e declino della popolazione che rischiano di esasperare gli elementi di fragilità già presenti in questi territori.
La fotografia della popolazione nel Mezzogiorno e nelle Aree interne è scattata dall’Istituto nazionale di statistica, che questa mattina ha diffuso gli indicatori demografici relativi al 2023. Al 1° gennaio 2024 la popolazione delle Aree interne, che presenta un’età media pari a 47,1 anni, è più anziana di 7 mesi rispetto a quella dei Centri. Alla stessa data, la quota di popolazione giovanile (0-14 anni) nelle Aree Interne è uguale all’11,8%, inferiore di 0,5 punti percentuali rispetto a quella dei Centri. Il divario è maggiore per la quota di popolazione ultrasessantacinquenne: oltre 1 punto percentuale a sfavore delle Aree Interne, che presentano un valore del 25,2% contro il 24,1% dei Centri.
Il calo demografico nelle Aree interne
In modo combinato con l’invecchiamento della popolazione, nelle Aree Interne si osserva anche un calo demografico maggiore rispetto ai Centri. Nel corso del 2023 la popolazione delle Aree interne è diminuita complessivamente di 32mila unità (-2,4 per mille) rispetto al 2022, con marcate differenze da Nord a Sud del Paese. Le Aree interne del Centro-nord, infatti, risultano stabili rispetto all’anno precedente (+3mila residenti, +0,6 per mille), grazie a un moderato guadagno di popolazione dei Comuni Intermedi (+4mila residenti, +0,9 per mille), mentre i Comuni periferici e ultraperiferici della ripartizione evidenziano un leggero calo di popolazione, pari a poco più 500 residenti (-0,3 per mille). Inoltre, su un totale di 2.116 Comuni appartenenti alle Aree interne del Centro-nord, poco più della metà (52,6%) ha sperimentato un calo di popolazione.
Le Aree interne del Mezzogiorno, invece, evidenziano una perdita complessiva pari a circa 35mila residenti (-4,9 per mille), più consistente soprattutto nelle zone periferiche e ultraperiferiche (rispettivamente, -18mila e -4mila), con variazioni relative pari a -6,1 e -8,3 per mille rispetto all’anno precedente. Complessivamente, il calo della popolazione nelle Aree interne del Mezzogiorno ha interessato 4 comuni su 5. Un gradiente tra Centro-nord e Mezzogiorno si evidenzia anche nei Centri della classificazione SNAI: la stabilità della popolazione nell’insieme di questi Comuni rispetto all’anno precedente (+0,5 per mille) è il risultato della variazione positiva dei Poli e delle Cinture del Centro-nord (+2,1 per mille) e di un calo di popolazione in quelli del Mezzogiorno (-3,6 per mille).