Istat: in calo gli omicidi volontari, aumentano quelli di mafia
ROMA - Nel 2012 risultano in calo gli omicidi volontari, sia consumati sia tentati. Al contrario, sono in ripresa quelli di matrice mafiosa. Nel confronto europeo riferito al 2010 il nostro Paese, con 1,0 omicidi volontari per 100 mila abitanti, si colloca al di sotto della media dell’Ue27 (1,2 omicidi). Sono i dati contenuti nel rapporto “Noi Italia”, pubblicato oggi dall’Istat.
Le rapine denunciate alle autorità sono oltre 42 mila (71,6 ogni 100 mila abitanti), in aumento rispetto al 2011. La crescita di questo reato ha interessato tutte le ripartizioni: in misura meno rilevante il Centro (+0,7 per cento), in modo importante il Nord-est, il Nord-ovest e il Mezzogiorno (+7,6, +6,6 e +5,5 per cento).
I furti denunciati nel corso del 2012 sono oltre un milione e mezzo, il 14,8 per cento in più del 2010. In particolare gli scippi e i furti negli appartamenti, in forte calo negli ultimi venti anni, stanno aumentando ancora più rapidamente, rispettivamente del 40,5 e del 40,3 negli ultimi due anni.
Nel 2011 l’azione penale è iniziata per 999,2 persone ogni 100 mila abitanti, mentre l’archiviazione ha interessato 1.046,6 persone. Le imputazioni sono state soprattutto per furto e lesioni volontarie personali.
Nel corso del 2011 sono state condannate 238.501 persone (+3,4 per cento rispetto al 2010). Il maggior numero di condanne si è avuto per furto e per violazione delle leggi in materia di stupefacenti e sostanze psicotrope.
Gli omicidi di uomini risultano in forte diminuzione, il tasso su centomila maschi passa da 4,4 del 1992 a 1,3 del 2012; rimane invece costante il numero di omicidi di donne, intorno allo 0,5 per centomila femmine. Gli uomini sono uccisi per lo più ad opera di sconosciuti e di autori non identificati (78,8 per cento), mentre l’omicida delle donne è nel 46,3 per cento dei casi il partner o l’ex partner.
Nel 2013 la quota di famiglie italiane che percepisce un elevato rischio di criminalità nella zona in cui vive passa da 26,4 a 31 per cento. Si interrompe quindi il trend decrescente in atto dal 2008.
Alla fine del 2012 i detenuti nelle carceri italiane sono 65.701, l’1,8 per cento in meno rispetto al 2011. L’indice di affollamento registra 139,7 detenuti ogni 100 posti letto previsti, confermando l’inadeguatezza delle strutture carcerarie a ospitare un tale contingente di reclusi.