Istituito il fondo nazionale caregiver, Gualmini: “Notizia rivoluzionaria”
BOLOGNA – “L’approvazione all’unanimità in commissione bilancio del Senato dell’emendamento 30 bis, che introduce il primo Fondo nazionale per i caregiver è una notizia rivoluzionaria”. Lo ha detto la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Emilia-Romagna, Elisabetta Gualmini, commentando la notizia dell’emendamento alla manovra, che istituisce il Fondo destinato a chi presta assistenza a familiari non autosufficienti e gravemente disabili. “Siamo stati la prima regione a introdurre la legge regionale sui caregiver – sottolinea la vicepresidente – e sappiamo bene cosa voglia dire per centinaia di migliaia di famiglie farsi carico dell’assistenza di un familiare non autosufficiente per moltissimi anni o per tutta la vita”. La Regione ha appoggiato sin dall’inizio la costituzione del Fondo (che prevede 60 milioni di euro in 3 anni), “perché istituire una voce di bilancio dello stato ad hoc, significa annunciare la nascita di una nuova politica pubblica, di un nuovo importantissimo aiuto a favore dei cittadini più deboli. Anche per la lotta contro la povertà – aggiunge Gualmini – il primo passaggio è stato quello di creare un Fondo e ora, dopo tre anni, siamo ormai a regime con le diverse misure e un nuovo pilastro del nostro welfare”.
L’Emilia-Romagna è stata la prima regione ad adottare un provvedimento che riconosce il ruolo del familiare, del convivente, dell’amico che si prende cura di una persona non autosufficiente: la legge regionale “Norme per il riconoscimento e il sostegno del caregiver famigliare (persona che presta volontariamente cura ed assistenza)” riconosce e valorizza la figura del caregiver familiare in quanto componente informale della rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari. Con questa legge la Regione ha voluto rendere più omogenee le risposte sul territorio, valorizzare l’apporto di queste persone e sostenerle nella loro vita, oltre che nell’attività di cura, anche attraverso un rapporto più strutturato con i servizi, le associazioni, il volontariato. “Ci sentiamo – conclude Gualmini – un po’ precursori di questa bella novità e apprezziamo molto anche la definizione larga di caregiver, che riprende la nostra legge e tutti gli sforzi importantissimi delle diverse associazioni. Da oggi un altro pezzo di storia del welfare è iniziato”. (lp)