Istruzione domiciliare per gli alunni malati: oltre mille "scuole a casa"
ROMA – Oltre 1.000 studenti in Italia hanno la scuola “in casa”, per motivi di salute: per l’esattezza, secondo gli ultimi dati del ministero, nell’anno scolastico 2014-2015 sono stati 1.116 i bambini e i ragazzi che hanno usufruito di questo servizio, svolgendo a domicilio almeno una parte del programma scolastico, sia tramite le nuove tecnologie, sia attraverso gli interventi a domicilio degli insegnati.
Sommati ai 945 alunni che, sempre nel 2014-2015, hanno “scelto” di studiare a casa con la cosiddetta “istruzione parentale”, fanno oltre 2 mila “scuole domiciliari” nel nostro Paese. Per ragioni diverse, con funzioni, vocazioni e normative diverse. Ma con la stessa capacità della scuola di entrare nelle case delle famiglie. Tornando all’istruzione domiciliare, che – lo ricordiamo – è riservata a chi, per via di una degenza dovuta a un intervento o a una patologia, non può recarsi fisicamente a scuola per almeno 30 giorni, il numero più alto di alunni “domiciliari” si registra in Lombardia (84), seguita da Campania (125) e Veneto (107). Nel Lazio le “scuole a domicilio” sono state 91, mentre in Emilia-Romagna, Piemonte e Sicilia 73.
“L’istruzione domiciliare è un’esigenza in crescita – ci spiega Raffaele Ciambrone, dirigente del Miur (Direzione generale per lo studente, l'Integrazione, la partecipazione e la comunicazione) – Emerge con forza, dagli incontri con gli uffici scolastici regionali e con le scuole polo ospedaliere, la richiesta di un potenziamento del servizio. Grazie ai progressi della scienza medica, infatti, sempre più spesso i ragazzi vengono curati a casa: vanno in ospedale per l’intervento, ma poi per la degenza tornano a casa. E’ questo il motivo per cui l’istruzione a domicilio è sempre più richiesta e il fabbisogno sta aumentando. Intendiamo investire di più in questa direzione sia in temrini di risorse che di tecnologie”. (cl)