Italian teacher prize: tra i 5 vincitori Antonio Silvagni, insegnante cieco
Valeria Fedeli con le finaliste e i finalisti del Premio
- ROMA - Un glaucoma agli occhi non è riuscito a fermare la passione didattica di Antonio Silvagni, oggi docente di latino e materie letterarie all’Istituto di istruzione superiore Leonardo Da Vinci di Arzignano. E’ lui uno dei cinque vincitori dell’Italian Teacher Prize, promosso dal Miur nell’ambito del Global teacher Prize. Appena conseguita la laurea in Lettere ed effettuati gli scritti del concorso del 1990, in seguito ad un attacco acuto di glaucoma in pochi giorni perse la vista. Preparò comunque in pochissimi mesi le prove orali, basandosi su materiale registrato in audiocassette. Successivamente, ha imparato a utilizzare ausili e strumenti elettronici e i pacchetti applicativi che potevano essere gestiti con sintesi vocale. Ottenuta l'abilitazione, Silvagni è divenuto titolare nella scuola dove attualmente insegna. Ha conseguito nel frattempo una seconda laurea in Scienze della Formazione, dedicandosi alla formazione degli adulti. “Nonostante le oggettive difficoltà fisiche dovute alla cecità- racconta - intraprendo azioni didattiche innovative senza che queste siano e vengano percepite come compensative di una situazione svantaggiata, senza che siano interpretate come il tentativo di dimostrare una impossibile uguaglianza con i normodotati – racconta - Colgo la stima degli studenti, dei genitori e di molti colleghi per attività che svolgo convivendo con naturalezza con la mia fragilità. Pur essendo fragili, si può (e secondo me si deve) aiutare gli studenti a vivere meglio, senza ansia, fornendo loro strumenti per gestire la complessità della vita”.
Valeria Fedeli con le finaliste e i finalisti del Premio |
Come utilizzerà i 30 mila euro che il premio gli assegna? Per estendere il modello della “flipped classroom”, ossia l’insegnamento capovolto: un modello che si propone di ottimizzare il tempo a scuola, facendo lavorare gli studenti a casa sulle competenze cognitive di base, attraverso testi, video e podcast, per poi esercitare in classe cosiddette le competenze cognitive alte: comprendere, applicare, valutare, creare). Il tutto, naturalmente, con uso sistematico della tecnologia che ha imparato a usare molto bene. (cl)