Italiani e rifugiati insieme nei laboratori per imparare un mestiere
BOLOGNA – Non solo teatro. Al Met di Bologna, la Meticceria extrartistica trasversale che mescola migranti, rifugiati, richiedenti asilo e cittadini europei, stanno per partire anche laboratori di sartoria, tecnica del suono, teatro di figura, falegnameria per un riciclo creativo, legatoria e cucina. Nella sede inaugurata un anno fa in via Gorki, nell’ex magazzino della Coop avuto in comodato gratuito, Cantieri Meticci, la compagnia teatrale nata nel centro interculturale Zonarelli, sta già predisponendo gli ambienti, ristrutturati grazie a 50 mila euro del bando Culturability della Fondazione Unipolis. “I primi esperimenti partiranno nel giro di un paio di settimane e andranno avanti fono all’estate, con moduli da 12 ore e 32 ore”, spiega il fondatore e regista Pietro Floridia, “a ottobre inizieranno i laboratori da 160 ore”. Tutti all’insegna del mescolamento fra richiedenti asilo e italiani, perché “la valenza pedagogica del mescolamento è sempre immensa”, sottolinea Floridia.
I calendari, i gruppi e le stesse materie saranno definite con gli enti che si occupano di accoglienza, Lai Momo, Arca di Noè, Camelot, MondoDonna, e Asp per quanto riguarda i minori non accompagnati. “Il nostro punto di partenza è valorizzare i talenti di chi arriva mescolandoli agli italiani. Per questo all’inizio cercheremo di capire quali materie funzionano meglio per i richiedenti asilo”. Ci saranno 8-10 ragazzi per laboratorio, ognuno dei quali “sarà configurato ad hoc sulle esigenze dei ragazzi”.
Oggi al Met sono già attivi percorsi di alternanza scuola-lavoro, la “residenza creativa” di un sarto ivoriano richiedente asilo, tirocini. “Il nostro spazio deve essere incubatore di talenti, artisti e artigiani, per questo ospitiamo la creazione sartoriale di Mamadou”, racconta Floridia. “Poi ci sono i ragazzi, soprattutto richiedenti asilo, che affiancano i nostri artisti nella progettazione delle scenografie e dei costumi per i nostri spettacoli”.
In uno di questi, l’installazione multimediale “L'arte della fuga”, le storie di fuga e sopravvivenza dei migranti di oggi sono state fatte dialogare con quelle degli anziani bolognesi che hanno vissuto la guerra, l’occupazione e la Resistenza. Lo spettacolo di Floridia e Charlotte Wuillai, scenografa e artista visiva, si è basato sulle interviste della drammaturga Viviana Salvati. Grazie al teatro dei Cantieri Meticci, i racconti di vita degli anziani raccolti dalla biblioteca del quartiere, sono entrati in relazione anche con i bambini di alcune scuole del Navile, attraverso dei laboratori di trasmissione dei racconti, in cui i più giovani hanno rielaborato le storie ascoltate. Un altro progetto della compagnia ha visto gli attori impegnati a restituire, sotto forma di monologhi, a un pubblico di anziani le esperienze del loro passato che avevano raccontato in interviste individuali. Alcuni sono stati intervistati a casa, raggiunti da Salvati grazie alla collaborazione di Ausilio, il servizio gratuito di Coop che porta a casa la spesa alle persone anziane e con disabilità. (Benedetta Aledda)