30 ottobre 2023 ore: 15:22
Economia

Italiani più fiduciosi, spuntano crepe sulla responsabilità sociale e ambientale

Giornata mondiale del risparmio: presentata l’annuale indagine realizzata da Acri con Ipsos sul ruolo sociale del risparmio. Situazione generale percepita come meno difficile rispetto a 12 mesi fa, in calo coloro che considerano cruciale la sostenibilità economica e sociale per lo sviluppo economico del Paese
acri giornata mondiale risparmio 2023

ROMA – Se lo scorso anno, anche per gli effetti della guerra in Ucraina, della crisi energetica e della crescita dell’inflazione, gli italiani avevano perso quella ventata di ottimismo che aveva caratterizzato nel 2021 l’uscita dalle misure emergenziali più radicali dovute alla pandemia, nel 2023 si assiste al ritorno ad un cauto ottimismo, con una situazione percepita come meno difficile, e che permette di vivere con maggiore serenità, almeno fino a quando l’orizzonte è immediato. Tutto ciò anche in ragione di una certa ‘normalizzazione/assuefazione’ all’elevato livello dei prezzi e della speranza di una discesa a breve dell’inflazione, combinata alla percezione di essere in grado di fronteggiare un mondo complesso.

Sono i risultati di fondo dell’annuale indagine presentata da Ipsos e da Acri (l’Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa) in occasione della Giornata mondiale del risparmio, di cui domani viene celebrata la 99esima edizione, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica. Sul tema “Scelte consapevoli, educazione, responsabilità: la sfida del risparmio per le nuove generazioni”, interverranno domani il Presidente di Acri Francesco Profumo, il Presidente di Abi Antonio Patuelli, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

Alla vigilia, lo studio Acri-Ipsos presentato da Nando Pagnoncelli (Ipsos) e Francesco Profumo (Acri) evidenzia un modesto miglioramento del tenore di vita delle famiglie, che torna ai livelli pre-pandemia: la fotografia di famiglie in forte difficoltà economica, in calo rispetto al 2022, e famiglie che hanno registrato una migliore tenuta del tenore di vita, in crescita rispetto allo stesso anno. Il tutto si accompagna a una minore insoddisfazione: scende dal 17% al 14% la quota di chi appare seriamente in difficoltà.

Guardando al futuro, le previsioni sull’andamento dell’economia personale, locale, fino ad arrivare a quella europea e mondiale, portano gli italiani da un marcato pessimismo dello scorso anno ad un rimbalzo positivo dell’anno in corso, trainato da forti attese personali, specie nella generazione di mezzo. Solo riguardo la situazione del Paese non si osserva questo minore pessimismo, con i dati che rimangono in linea col 2022.

Il mercato del lavoro aiuta i singoli ad essere fiduciosi: le famiglie colpite da una situazione lavorativa sfavorevole sono diminuite grazie al progressivo calo del tasso della disoccupazione che si osserva nel Paese. Al contempo, il tenore di vita è migliorato per il 14% (contro un 7% del 2022) e cala la quota di coloro che hanno visto peggiorare la propria condizione economica (dal 19% nel 2022 al 13% di quest’anno).

La percezione dell’aumento dei prezzi a causa dell’inflazione non si arresta e continua a mantenere elevato il livello di preoccupazione della popolazione italiana circa l’impatto sul proprio bilancio familiare; circa un terzo degli italiani si dichiarano molto preoccupati. Ma nel frattempo hanno adottato strategie di contenimento che sembrano risultare loro efficaci, dalla ricerca di offerte, all’apertura a nuovi prodotti e all’acquisto online.

A livello finanziario, si nota una crescita della propensione verso strumenti finanziari più sicuri, a scapito dell’immobilismo e della liquidità, certamente legata sia all’inflazione, sia ai maggiori rendimenti che offrono molti intermediari e i titoli di stato. Questo in un quadro, comunque, di incertezza verso regole e controlli, che penalizza gli strumenti più a rischio.

I più giovani lamentano una bassa competenza finanziaria, una bassa autonomia gestionale e sono molto interessati ad approfondire i temi. La sfida è quindi culturale e educativa, perché ambiscono a una autonomia che raggiungono solo tardi e a fatica. In questo scenario incerto, si indebolisce la fiducia nell’Unione Europea e nell’Euro, sostenuta comunque dalle nuove generazioni: i dati evidenziando una polarizzazione tra chi ha fiducia nelle azioni e nelle scelte che verranno prese e chi no (51% si fida vs 49% non si fida). A intaccare la fiducia ha contribuito la politica dei tassi di interessi della BCE per contrastare l’inflazione: ha messo in difficoltà molte famiglie e imprese che si sono trovate a pagare interessi più alti su mutui, prestiti, e finanziamenti, che sono tra le più critiche verso l’Ue.

Un altro fenomeno va sottolineato: si indebolisce anche l’idea che l’Europa, sempre riconosciuta per la sua tutela delle libertà e dei singoli, sia efficace nel difendere gli ideali democratici e la capacità competitiva dell’Unione sui mercati internazionali, come sottolineano le crisi legate a materie prime ed energia.

Sembra allentarsi infine il legame percepito tra Responsabilità sociale e ambientale, abilitatori della competitività aziendale e lo sviluppo economico del Paese; rimane importante il contributo delle associazioni di categoria, dei corpi intermedi, del Terzo settore nel garantire coesione sociale e sviluppo. I singoli cittadini rimangono molto attivi, sia come volontariato, donando il proprio tempo, e ancor più facendo donazioni per sostenere il Terzo settore e iniziative benefiche. Coerentemente, è sempre forte la percezione del ruolo sociale del risparmio, strumento fondamentale per garantire crescita economica, sviluppo sociale e civile del Paese.

Si rafforza la consapevolezza del legame tra risparmio e crescita del Paese all’insegna di uno sviluppo sociale e civile (78% vs 75% nel 2022). Una consapevolezza di fatto trasversale a tutte le generazioni. Se la crisi del 2022 aveva portato ad individuare nella crescita economicamente e socialmente sostenibile, legata al tema della transizione ecologica, la chiave di volta dello sviluppo economico, nel 2023 questo legame appare meno solido agli occhi della popolazione italiana. Gli italiani che considerano cruciale la sostenibilità economica e sociale per lo sviluppo economico del Paese scendono dal 64% registrato nel 2022 al 56% di quest’anno. Fanno eccezione i giovani che mostrano maggior sensibilità soprattutto per i temi della sostenibilità economica e sociale (60% li ritiene molto importanti) di cui si sentono probabilmente i beneficiari più prossimi.

 

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