21 settembre 2017 ore: 15:06
Economia

Italiani poveri e ammalati: uno su due soffre di disagio psichico

Da uno studio su 13 mila pazienti, che hanno chiesto aiuto negli ambulatori della Fondazione fratelli di San Francesco e dell'Opera San Francesco per i poveri, emerge che il 49% degli italiani visitati aveva bisogno di farmaci psicoattivi. Molto più bassa la percentuale tra gli stranieri
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MILANO - Tra gli italiani più poveri, che si rivolgono agli enti caritativi, uno su due soffre di disagio psichico. È quanto emerge da uno studio condotto sui 13 mila pazienti che, dal 2013 al 2016, hanno chiesto un aiuto agli ambulatori medici della Fondazione Fratelli di San Francesco e dell'Opera San Francesco per i poveri, due storiche realtà di Milano. Il 49% degli italiani visitati avevano bisogno di farmaci psicoattivi. Una percentuale così alta non la si riscontra nelle altre nazionalità delle persone che si sono rivolte ai frati: tra gli europei dell’est erano il 15,2%, tra gli africani del nord il 10,8%, tra gli africani sub-sahariani il 9,8%, tra i latino-americani il 9,9% e tra gli asiatici il 7,2%. Globalmente, le malattie psichiatriche (disturbi di ansia, di personalità e del tono dell’umore), inoltre, colpiscono in prevalenza le donne (58,1%) rispetto a agli uomini (44,6%). I risultati della ricerca vengono presentati oggi al convegno "Povertà sanitaria e accesso ai farmaci in una società multietnica" in corso all'Università degli Studi, organizzato dall'Osservatorio Donazione Farmaci di Banco Farmaceutico e il Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’ateneo.

Tra i 13 mila pazienti degli ambulatori francescani, soffre di diabete mellito il 5,5% dei maschi e il 6,9% delle donne; tra gli europei dell’est la percentuale ammonta al 3,8% tra i maschi e al 5,5% tra le donne; tra i nord-africani al 2,6% tra i maschi e al 5,1% tra le donne; tra gli asiatici al 5,9% tra i maschi e al 7,1% tra le donne. Le uniche eccezioni sono rappresentate dagli africani sub-sahariani in cui è più frequente il riscontro nei maschi rispetto alle femmine (7,9% rispetto al 4,7%) e dai latino-americani in cui non è evidenziabile alcuna differenza di genere (5,8% contro il 5,1%).

È emerso, infine, che tra gli ammalati poveri, soffrono di malattie croniche (specialmente di tipo cardiovascolare come l’ipertensione e di tipo endocrino-metabolico come il diabete mellito) soprattutto gli europei dell’est (30,1%), seguiti dagli asiatici (25,4%), dai latino-americani (18,2%), dagli africani sub-sahariani (13,4%) e dai maghrebini (13.3%). "Diventa pertanto sempre più urgente mettere in atto misure di contrasto della povertà e dell’emarginazione sociale come mezzo per prevenire il diffondersi di queste malattie, riducendone l’impatto sociale ed economico -sottolinea Silvano Cella, docente di Farmacologia clinica-. I dati presentati nel convegno sembrano indicare che la strada maestra sia rappresentata dal sostegno agli enti caritativi che devono ormai essere considerati a pieno titolo una componente essenziale del Servizio Sanitario Pubblico. (dp)

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