Italiani sovrastimano ancora il numero di immigrati irregolari
MILANO - Cosa pensano gli italiani dell'immigrazione? Nonostante sia un fenomeno stabile e radicato nella società, "prevale l'impressione che gli immigrati rappresentino un quota eccessiva della popolazione e che il numero dei 'clandestini' sia uguale o superiore addirittura superiore a quello dei regolari", scrive in un comunicato Fondazione Ismu. Lo dice "L'immigrazione straniera: opportunità, risorse, problemi", ricerca che Ismu ha condotto insieme a Ipsos. Nonostante questo conforta che il 61 per cento degli intervistati consideri gli immigrati una presenza vitale per il futuro dell'Italia. Quasi otto italiani su dieci sono d'accordo ad estendere la cittadinanza e quasi la metà (48 per cento) sostiene che l'Unione europea abbia scaricato sull'Italia il problema dei flussi irregolari. Forse per questo esattamente la metà del campione manterrebbe ancora il reato di clandestinità introdotto dal Pacchetto sicurezza del 2009.
Nel rapporto Ismu, il ricercatore Giovanni Giulio Valtolina cita anche i risultati di una ricerca Istat del 2013. Se nel complesso emerge una buona predisposizione degli italiani ad aprirsi, il 20 per cento è d'accordo con l'affermazione "L'Italia è degli italiani e non c'è posto per gli immigrati". Chi sposa questa posizione è concentrato soprattutto nel sud e nelle isole (23,2 per cento) e nel Nord Est (21,1 per cento). In condizioni di crisi economica, però, il 51,4 per cento del campione sostiene che gli italiani debbano avere la precedenza per ottenere un posto di lavoro. Questo tema e la crisi economica riempiono la testa degli italiani molto più dell'immigrazione: solo 4 su cento si dicono preoccupati per i flussi degli stranieri, contro una media europea del 10 per cento. (lb)