25 giugno 2013 ore: 14:23
Immigrazione

Ius soli e sostegno alle famiglie: le richieste degli studenti alla Kyenge

Oggi il ministro per l'Integrazione ospite del rettorato a Palermo per l'incontro “Politiche di integrazione e meticciato”. Aisseton Jaiteh, originaria del Gambia: "Le spese da affrontare per lo studio sono sempre più care"
PALERMO - Diritto di cittadinanza per i nati in Italia e sostegno economico alle famiglie per poter accompagnare nello studio i propri figli. Sono le principali richieste al ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge che sono emerse a margine dell’incontro avvenuto oggi nella sala magna di Palazzo Steri, in occasione dell’incontro su “Politiche di integrazione e meticciato” (vedi lancio precedente). Le richieste arrivano dagli studenti stranieri che questa mattina hanno affollato la sede del rettorato universitario.
 
“Ho la cittadinanza italiana e mi sento tra le poche fortunate. Il punto su cui il governo deve lavorare è quello di dare la possibilità ai bambini nati in Italia di avere la cittadinanza italiana – dice Aisseton Jaiteh, originaria del Gambia, studentessa universitaria in educazione interculturale e insegnante di danza africana – anche per uniformarci agli altri paesi europei. Inoltre fondamentalmente bisognerebbe cercare di dare un sostegno economico alle famiglie straniere perché noi giovani cerchiamo di integrarci molto nelle istituzioni scolastiche ma questa non sempre tiene conto di qual è il nostro background culturale che andrebbe sostenuto e valorizzato. Occorre dare quindi un sostegno alle famiglie perché lo studio è una cosa importante però le spese da affrontare sono sempre più care e non tutti si possono permettere di sostenerle. Mi riferisco anche agli immigrati che sono costretti a fare lavori umili perché i loro titoli di studio non sono riconosciuti in Italia”.
 
L’impegno a cercare nuove strade per garantire un sostegno economico a quegli immigrati che la crisi ha fatto diventare più poveri giunge anche da Mario Affronti, presidente della Società Italiana di medicina delle migrazioni. “Oltre ad assistere gli immigrati irregolari, assistiamo quotidianamente all’arrivo, nei nostri ambulatori, di un flusso di immigrati regolari che spesso, però giungono da noi per essere aiutati a snellire l’iter per l’accesso alle prestazioni sanitarie – sottolinea Mario Affronti, responsabile del servizio di medicina delle migrazioni del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo e presidente nazionale della Società italiana di medicina delle migrazioni – anche perché non riescono a sostenere le spese sanitarie. Sono persone con permesso di soggiorno, infatti, che manifestano la difficoltà a pagare il ticket sanitario. Il dato fa capire che sono cresciute le famiglie in stato di povertà e disagio sociale che hanno bisogno di essere aiutate e sostenute anche economicamente. Sappiamo anche che molti di loro in alcuni casi rinunciano pure a curarsi”.
 
“Quando parliamo di integrazione ci sono parecchi aspetti da considerare perché ci sono aspetti, educativi, sanitari e anche legati alla partecipazione sul piano dei diritti e alla cittadinanza – afferma il docente universitario Antonio La Spina -. Le politiche di integrazione sono, infatti, politiche multisfaccettate che riguardano sicuramente chi viene da fuori ma anche chi è dentro perché per integrarsi ci vuole un percorso che veda un incontro tra chi arriva e chi è già sul posto. Riguardo lo ius soli, questo è un tema importante e ovviamente controverso che in altri paesi è stato affrontato con soluzioni diverse da quelle che al momento abbiamo in Italia ma che sicuramente il ministro dell’integrazione prenderà nella giusta considerazione”. (set)
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