Kyenge: ''L’Italia sa accogliere. E la Calabria ne è un esempio''
boxCOSENZA - “L’Italia non è razzista, ha un grande senso della solidarietà. Sappiamo accogliere e una dimostrazione la si ha qui in Calabria. L’integrazione è un’opportunità per raggiungere la pace e la democrazia. Il tema dell’immigrazione e dell’integrazione riguarda tutti, riguarda l’Italia del futuro. Il diverso, lo straniero deve essere considerato una ricchezza e non un nemico. La legalità deve essere il faro per i nostri giovani”. E’ una parte del discorso pronunciato stamane dalla ministra per l’Integrazione Cecile Kyenge nella sala consiliare di Tarsia, cittadina del cosentino che è stata sede del più grande campo di concentramento fascista del Sud Italia, luogo simbolo della memoria dell’Olocausto.
All’incontro nella sede municipale erano presenti anche parlamentari, consiglieri regionali della Calabria e rappresentanti di molte associazioni. Tarsia è anche il paese natale dell’ingegnere Domenico Grispino, marito della ministra la quale ha dichiarato: “Sono molto felice oggi di essere a Tarsia perché questa è casa mia. E’ il paese dei miei suoceri che mi hanno accolto e accettato senza guardare alla mia pelle, senza sapere o chiedere da dove venivo. Mi hanno guardato e trattato come una persona”. Per gli amministratori locali, la visita della ministra è un importante riconoscimento oltre che dell’importanza storica e simbolica dei luoghi tarsiani, anche dell’azione dell’amministrazione comunale che vuole fare di Tarsia “una città modello, simbolo della pace e del dialogo anche interreligioso tra i popoli, del ‘no’ al razzismo ed all’omofobia”.
Stasera, la Kyenge si recherà ad Acquaformosa, una cittadina di origine albanese della provincia cosentina che è il primo comune “deleghistizzato” di Italia con tanto di delibera e di insegna all'ingresso del paese. Cecile Kyenge sarà ospite del Festival delle migrazioni che il comune organizza ormai da diversi anni, ottenendo notevoli consensi di critica e di pubblico. Ad invitare personalmente l’esponente del governo nazionale è stato il sindaco di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, che nel piccolo centro del cosentino di cui è alla guida, ha voluto mutuare lo stesso modello di accoglienza e di integrazione degli stranieri attuato nella cittadina di Riace dal sindaco Mimmo Lucano. Ieri pomeriggio a Crotone, il ministro per l’Integrazione ha consegnato la cittadinanza simbolica ad otto bambini nati nella città pitagorica da famiglie straniere. I bambini, il più piccolo di tre mesi e la più grande 12 anni, hanno infatti beneficiato del regolamento ''Io sono crotonese, Io sono italiano'', tra i primi del genere approvato da una città italiana. Ai ragazzi è stata consegnata anche una copia della Costituzione e una bandiera tricolore. “In questa sala ci sono rappresentanti di associazioni del terzo settore, del mondo del cooperativismo, del volontariato che, ogni giorno, affrontano insieme agli enti locali la drammatica situazione che la massiccia immigrazione e la carenza di servizi creano in città. Lo stesso allarme lo confermano anche i sindaci della provincia dove il fenomeno si registra con la stessa costante drammaticità”. Così il sindaco di Crotone Peppino Vallone che ha anche lanciato la proposta di istituire in città “un osservatorio permanente del ministero dell'Integrazione supportato dall'esperienza locale, sia in termini di istituzioni che di associazionismo. Un organismo – secondo Vallone - che può diventare prezioso per mettere in campo azioni positive, da mutuare successivamente su scala nazionale”. Il ministro ha così risposto: “Questa città avrà grande attenzione da parte del mio ministero. La mia visita a Crotone e in tutta la Calabria - ha concluso Kyenge - ha questo scopo. Non vi lasceremo soli. Io sono con voi”. (msc)