23 maggio 2024 ore: 10:31
Immigrazione

L’Africa nei media. Si parla di migranti e politiche, mai dei giovani attivisti

I dati del dossier di Amref e Osservatorio di Pavia. Nei tg un’attivista con background migratorio ogni 4.200 intervistati. "In Africa è in corso un cambiamento profondo, inarrestabile. I protagonisti sono i giovani, ma i media italiani continuano a raccontare principalmente l’Africa come un luogo privo di speranza e pieno di problemi”
Amref media e migranti Africa Amref

Rapporto Amref Africa mediata

ROMA – "In Africa è in corso un cambiamento profondo, inarrestabile e rivoluzionario. I protagonisti sono i giovani e le giovani africani, queste ultime in particolare impegnate per un futuro sostenibile. Ma i media italiani purtroppo continuano a raccontare principalmente l’Africa come un luogo privo di speranza e pieno di problemi”. Lo dice il rapporto “L’Africa MEDIAta”, presentato oggi a Roma in vista dell’Africa Day del 25 maggio. Curato dall’Osservatorio di Pavia, ha l’obiettivo di analizzare come e quanto i media italiani raccontino l’Africa. Un tratto di continuità accompagna tutte le edizioni del rapporto: la marginalità della comunicazione sull’Africa e sulle persone africane e afrodiscendenti nei media mainstream.

Secondo il dossier di attiviste e attivisti africani nei media italiani però si parla davvero con il contagocce. Un dato su tutti lo testimonia: del totale degli intervistati nei telegiornali di prima serata (50.573), vi è appena 1 attivista africano ogni 919 persone, ovvero lo 0,1% di presenza complessiva. Un numero evidentemente ai confini dell’invisibilità. Quotidiani. Il 2023 registra il maggior numero di notizie sull’Africa degli ultimi 5 anni con la presenza nei 6 principali quotidiani di 16 notizie in media al mese (+3 rispetto al 2022). Colpisce il dato relativo all’aumento di notizie che non si traduce in una maggiore attenzione ai contesti africani: 2 notizie su 3 sono ambientate in Italia o in Occidente e riguardano cronaca e migrazioni (80,2%, dato in aumento). L’impegno del governo rispetto alle questioni africane ha aumentato la copertura: dal memorandum Ue-Tunisia al Patto Italia-Albania, fino agli accordi con la Libia. 

Le migrazioni sono però il tema principale anche delle notizie ambientante in Africa (42% dei titoli): una novità rispetto agli scorsi anni in cui erano predominanti news su guerra e terrorismo. I temi maggiormente raccontati sono le condizioni dei migranti nei campi profughi, i naufragi, le visite della Presidente Meloni in Paesi africani.

Nei notiziari del prime time e programmi di infotainment, a differenza degli anni precedenti che, a causa della pandemia e della guerra in Ucraina, avevano registrato una diminuzione di notizie, il 2023 ha visto un rinnovato interesse per l’Africa. Nei Tg sono state rilevate 3.457 notizie sull’Africa (numero più alto dopo il 2019). Si conferma anche in questo caso una prevalenza della copertura su migrazioni e fatti di cronaca nel contesto occidentale, oltre che sull’intensa attività istituzionale di Meloni e iniziative come il Piano Mattei. L’attenzione verso notizie direttamente legate a persone, temi e fatti del continente africano rimane decisamente bassa con una media dell’1,9% rispetto alle notizie sull’Africa e una prevalenza di informazioni su guerra, terrorismo e cronaca con ampia copertura del terremoto in Marocco e dell’alluvione in Libia. Questa tendenza viene confermata anche nei programmi di infotainment analizzati su sette reti televisive. 

“Esiste un’altra Africa oltre la cronaca, gli sbarchi e le emergenze. Un’Africa di giovani che vede in cima alle sfide più importanti la disoccupazione, l’economia e la salute, ma che ha più strumenti rispetto alle generazioni precedenti. Chiediamo al prossimo G7, ai responsabili del Piano Mattei, di ascoltare l’Africa. Un continente impegnato a cambiare, il più delle volte dal basso, grazie alle nuove generazioni, che rappresentano la maggioranza della popolazione del continente” dichiara Guglielmo Micucci, Direttore Generale di Amref Health Africa in Italia. Stando ai dati, però, la visibilità degli attivisti africani – e ancor più delle attiviste – si è rivelata debole nei palinsesti italiani. Principale responsabile è la dominanza di un interesse per l’Africa spinto da motivazioni e preoccupazioni interne, che si è tradotto in discussioni televisive tra ospiti italiani sulla questione migratoria.

Nei tg compare un’attivista africana ogni 4.200 intervistati e su 1.515 puntate di programmi con riferimenti all’Africa, solo in 48 di questi (3,2%) si registra la presenza di 99 attivisti africani. Eppure esiste una galassia di attiviste africane che affrontano quotidianamente battaglie importanti.  Ad esempio Vanessa Nakate, Lesley Lokko, Laetitia Ky e Zanele Muholi, Chimamanda Ngozi Adechie o Fatoumata Diawara e Angélique Kidjo. Solo raramente però riescono a rompere il muro del silenzio e dell’invisibilità. 

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